Pagina 25 - Patriarchi e profeti (1998)

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Introduzione
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sia spirituale cominciarono a opprimerla; certamente durante questo
periodo di decadenza, la perfezione del Cristo e l’unità della fede,
non si realizzarono. E tutto ciò non si verificherà fino a quando
l’ultimo messaggio di grazia non avrà coinvolto gente di ogni tipo,
di ogni classe sociale, di ogni organizzazione, un popolo che ha
accettato tutto il messaggio del Vangelo ed è pronto per la venuta
del Figlio dell’uomo. Indubbiamente, se ci sarà un tempo in cui la
chiesa, nella sua esperienza, avrà bisogno di conforto, guida, inco-
raggiamento e protezione, sarà proprio negli ultimi tempi, quando
le potenze del male, grazie all’esperienza e agli sviluppi della loro
opera, cercheranno di ingannare, se possibile, anche gli eletti. Le
particolari profezie relative alla discesa dello Spirito Santo negli
ultimi tempi, per il bene della chiesa, sono quindi molto utili.
In realtà, nella letteratura cristiana moderna, i doni dello Spi-
rito sono presentati come se si riferissero unicamente al periodo
apostolico, quasi fossero stati dati semplicemente per favorire la
diffusione del messaggio del Vangelo. Una volta affermato che i
doni non sono più necessari, essi saranno destinati a scomparire ben
presto dalla chiesa. L’apostolo Paolo, però, avverte i cristiani del
suo tempo che il “mistero dell’empietà” è già all’opera e, che dopo
la sua partenza, si sarebbero insinuati fra loro “dei lupi rapaci che
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non avrebbero risparmiato il gregge” e sarebbero sorti uomini che
avrebbero insegnato cose perverse presentandosi come discepoli (cfr.
Atti 20:29, 30
). Non è quindi possibile che i doni affidati alla chiesa
per proteggerla proprio da questi pericoli, avessero già concluso la
loro funzione in quel tempo, dal momento che la loro presenza e il
loro aiuto saranno più necessari negli ultimi tempi, che all’epoca
degli apostoli.
Nella lettera di Paolo ai Corinzi, troviamo un’altra dichiarazione
che mostra come il noto concetto dell’azione temporanea dei doni
non possa essere esatto. Si tratta del contrasto fra lo stato attuale
imperfetto e la condizione gloriosa e immortale che il cristiano
raggiungerà (cfr.
1Corinzi 13
). Egli dice: “Poiché noi conosciamo in
parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta,
quello che è solo in parte, sarà abolito” (
1Corinzi 13:9, 10
). Illustra
questa condizione attuale paragonandola al periodo dell’infanzia con
le sue debolezze e immaturità di pensiero e azione; mentre lo stato
perfetto si manifesta nella condizione di uomo maturo, con la sua