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Patriarchi e profeti
visione più chiara: la forza. Egli pone i doni fra gli elementi necessari
per il nostro tempo, le cui condizioni sono imperfette perché quando
verrà la perfezione essi non saranno più necessari. “Ora vediamo
come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia
a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò appieno, come
anche sono stato appieno conosciuto” (
1Corinzi 12
). Poi elenca i
requisiti necessari per la vita eterna, che sussisteranno sempre: fede,
speranza e carità o amore “ma la più grande di esse è la carità”.
Questo concetto è spiegato al versetto 8: “La carità non verrà mai
meno”, cioè la carità, la grazia divina dell’amore, durerà eternamente.
Essa è il coronamento glorioso della condizione futura, immortale
dell’uomo, ma “quanto alle profezie, esse verranno abolite”. Verrà
quindi il momento in cui le profezie non saranno più necessarie e il
dono della profezia, come aiuto per la chiesa, non sarà più esercitato;
“quanto alle lingue, esse cesseranno”, significa che il dono delle
lingue non sarà più utile; “quanto alla conoscenza essa verrà abolita”
si riferisce alla conoscenza non in astratto, ma come dono speciale
dello Spirito, che sarà inutile grazie alla conoscenza perfetta di cui
disporremo nel regno eterno.
Se sosteniamo quindi che i doni siano cessati con l’era apostoli-
ca, perché non più necessari, noi stessi ammettiamo che la posizione
della chiesa nell’età apostolica era debole, infantile e che tutto era
visto come in uno specchio, in modo oscuro. L’era successiva, epoca
in cui si sarebbero presentati dei “lupi rapaci” - che non avrebbe-
ro risparmiato il gregge - e uomini che avrebbero insegnato cose
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perverse facendo proseliti, sarebbe stata invece un’epoca di cono-
scenza perfetta, in cui ciò che era parziale, infantile e oscuro sarebbe
finito. I doni cesseranno solo quando si raggiungerà una condizione
perfetta e il raggiungimento di questo stato li renderà inutili. Ma
nessuno può sostenere che il livello di spiritualità dell’era apostolica
fosse inferiore a quello di altre epoche successive. Se i doni erano
necessari a quel tempo, certamente lo sono anche oggi.
Fra quelli che l’apostolo, nelle sue lettere ai Corinzi e agli Efesi-
ni, elenca come “doni” offerti alla chiesa, troviamo “pastori”, “dot-
tori”, “governi” che ancora sono riconosciuti ovunque nella chiesa.
Perché, allora, non ci sarebbero gli altri, compresa la fede, la guari-
gione, la profezia? Chi può dire quali doni siano stati “aboliti” nella
chiesa, quando all’inizio erano stati tutti ugualmente “accordati”?