Pagina 252 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
al disprezzo della gente. Non potevano più opporsi al Dio d’Israele.
Allora tutta la nazione capì quanto fosse insensato confidare in quei
maghi, che non riuscivano a proteggere neppure se stessi. Ma la co-
scienza del faraone divenne sempre più insensibile e allora il Signore
gli inviò questo messaggio: “... Questa volta manderò tutte le mie
piaghe... sul tuo popolo, affinché tu conosca che non c’è nessuno
simile a me su tutta la terra... Io t’ho lasciato sussistere per questo,
per mostrarti la mia potenza...” (
Esodo 9:14, 16
). Non significa che
Dio lo avesse fatto nascere per questo scopo. Tuttavia, il Signore
diresse gli eventi della storia in modo che l’orgoglioso tiranno re-
gnasse proprio nel periodo stabilito per la liberazione d’Israele. Il
suo atteggiamento ostinato lo privò del perdono divino, ma permise
che l’intervento di Dio si manifestasse in tutta la sua forza. Dio guida
gli eventi. Egli avrebbe potuto porre sul trono d’Egitto un sovrano
più clemente, che non osasse opporsi alle imponenti manifestazioni
della potenza divina, ma in tal caso il piano di Dio non si sarebbe
realizzato. Il suo popolo doveva sperimentare la dolorosa crudeltà
degli egiziani: in questo modo, nessuno avrebbe potuto ingannarlo
riguardo agli effetti degradanti dei culti pagani. Attraverso le varie
calamità che colpirono l’Egitto, Dio dimostrò tutta la sua avversio-
ne per l’idolatria e la sua determinazione nel punire la crudeltà e
l’oppressione.
Parlando del faraone il Signore aveva affermato: “... Gl’indurerò
il cuore, ed egli non lascerà partire il popolo” (
Esodo 4:21
). In
realtà il cuore del sovrano non fu reso insensibile dall’intervento
di un potere soprannaturale. Dio aveva offerto al faraone prove
evidenti del suo potere, ma egli si rifiutò ostinatamente di accettare
quell’insegnamento che, al contrario, lo rese sempre più inflessibile
nella sua ribellione. Le premesse di questo atteggiamento che si
erano delineate al suo rifiuto di riconoscere il primo miracolo diedero
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infine i loro frutti. Dopo l’ultimo flagello il faraone fu costretto a
contemplare il volto freddo ed esanime del figlio primogenito.
Attraverso i suoi servitori Dio parla agli uomini, offre loro av-
vertimenti e rimproveri, denuncia le loro colpe, concede a ogni
individuo l’opportunità di correggere i propri errori prima che di-
ventino parte del loro carattere. Quando tutto ciò incontra il rifiuto
dell’uomo, l’influsso divino non interviene per neutralizzare la ten-
denza creata da errori commessi in modo consapevole: essa metterà