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Patriarchi e profeti
misericordia: il popolo fu messo alla prova e ciò permise di indivi-
duare le persone che rispettavano Dio soltanto davanti a fenomeni
prodigiosi.
La tempesta scoppiò come previsto: “... Ci fu grandine e fuoco
guizzante del continuo tra la grandine; e la grandine fu così forte,
come non ce n’era stata di simile in tutto il paese d’Egitto, da che
era diventato nazione. E la grandine percosse, in tutto il paese d’E-
gitto, tutto quello ch’era per i campi: uomini e bestie; e la grandine
percosse ogni erba dei campi e fracassò ogni albero della campagna”
(
Esodo 9:24, 25
). L’angelo della distruzione aveva seminato rovina
e devastazione, risparmiando solo la regione di Goscen. Gli egiziani
ebbero così una nuova dimostrazione dell’autorità divina: anche
la natura ubbidisce agli ordini di Dio e l’uomo può salvarsi solo
attraverso l’ubbidienza.
Tutto l’Egitto tremò di fronte a questa terribile manifestazione
del giudizio divino. Il faraone mandò subito a chiamare i due fratelli.
Quando furono giunti a palazzo gridò loro: “... Questa volta io ho
peccato; l’Eterno è giusto, mentre io e il mio popolo siamo colpevoli.
Pregate l’Eterno perché cessino questi grandi tuoni e la grandine: e
io vi lascerò andare, e non sarete più trattenuti” (
Esodo 9:27, 28
).
Mosè rispose con queste parole: “Come sarò uscito dalla città,
protenderò le mani all’Eterno; i tuoni cesseranno e non ci sarà più
grandine, affinché tu sappia che la terra è dell’Eterno. Ma quanto a
te e ai tuoi servitori, io so che non avrete ancora timore dell’Eterno
Iddio” (
Esodo 9:29, 30
).
Sapeva che la sua lotta non era finita. Le confessioni e le pro-
messe del faraone non erano suggerite da un reale cambiamento
delle sue convinzioni e dei suoi sentimenti, ma solo dal terrore e
dall’angoscia. Tuttavia Mosè non volle offrigli alcun pretesto che
potesse giustificare una sua ulteriore ostinazione e promise di accet-
tare la sua richiesta. Quando il profeta uscì, incurante della tempesta
che imperversava, il faraone e tutto il suo seguito ebbero una nuo-
va prova della potenza di Dio, che proteggeva il suo messaggero.
Giunto fuori della città, Mosè “... protese le mani all’Eterno, e i
tuoni e la grandine cessarono, e non cadde più pioggia sulla terra”
(
Esodo 9:33
). Non appena fu cessato il pericolo, il sovrano ritrovò la
sua sicurezza e decise ancora una volta di non mantenere fede alle
promesse fatte.