Le piaghe d’Egitto
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quanto fosse terribile, questa punizione dimostrava la misericordia
del Signore e come Egli fosse riluttante a condannare quella nazione
a una distruzione definitiva. Il nono flagello doveva dare al popolo
egiziano il tempo di riflettere e pentirsi, prima che sopraggiungesse
l’ultimo castigo, che sarebbe stato il più terribile.
Infine la paura indusse il faraone a fare una nuova concessione.
Alla fine del terzo giorno di oscurità egli convocò Mosè e diede a
servire per demolire la fiducia che gli egiziani avevano nella potenza e nella protezione
dei loro idoli, e far comprendere che queste divinità tormentavano loro adoratori. La
prima piaga che trasformò l’acqua del Nilo e di tutti i canali in sangue (cfr.
Esodo 7:19
)
era diretta contro la fonte di sussistenza dell’Egitto. Il fiume Nilo veniva considerato
con religioso rispetto e in varie località gli venivano offerti sacrifici come a un dio. Con
la seconda piaga tutto l’Egitto si riempì di rane (cfr.
Esodo 8:6
). Questi animali erano
considerati sacri dagli egiziani che avevano un idolo, Heqa, con la testa di rana e al quale
attribuivano poteri creativi. Quando le rane, per ordine di Mosè, si moltiplicarono al punto
da riempire tutto il paese, gli egiziani avranno forse cominciato a chiedersi perché Heqa
tormentasse così i suoi fedeli invece di proteggerli. Con la seconda piaga, presumibilmente
pensarono di essere stati colpiti dall’odio di uno degli dèi del pantheon egiziano (cfr.
Esodo 9:3
). Per esempio, il toro Apis era dedicato a Fta, il padre di tutti gli dèi; la mucca
era consacrata a Hathor, una delle dee più venerate nella valle del Nilo mentre il capro
rappresentava vari dèi, come Khnemu e il dio Amen con la testa di capro che era la
divinità più importante dell’Egitto durante il primo periodo del Nuovo Impero. Quindi
la piaga che uccise gli animali consacrati agli dèi egiziani rivelò la loro impotenza agli
stessi adoratori. La nona piaga (cfr.
Esodo 10:21
) era diretta contro uno dei più grandi
dèi egiziani, il re sole Ra, che era stato adorato fin dai tempi più remoti della storia del
paese. In una terra in cui il cielo non si rannuvolava quasi mai, il sole veniva riconosciuto
come potenza infallibile che forniva calore, luce, vita e sviluppo a tutto il mondo. Tutti i
re d’Egitto si consideravano “figli di Ra”, come appare dai loro titoli. Quando durante
la diciottesima dinastia, Amen di Tebe divenne il dio principale dell’Egitto, la potenza
del re sole Ra era considerata talmente grande che si arrivò a un compromesso: Amen
e Ra diventarono un solo dio, Amen-Ra. Qualche anno dopo l’esodo, quando Ikhnaton
introdusse un monoteismo di breve durata, l’unico dio che rimase fu il dio Aton, il disco
solare. Data la diffusione del culto del sole nella vita religiosa degli egiziani attraverso gli
dèi Ra, Amen-Ra e Aton, possiamo comprendere perché la piaga diretta contro questo dio
fosse stata lanciata sull’Egitto quasi al culmine del conflitto fra il Dio degli ebrei e i suoi
avversari egiziani. Anche la decima piaga, l’uccisione di tutti i primogeniti (cfr.
Esodo
12:29
), colpiva almeno uno degli dèi, il re Horus, figlio di Osiride. Come governatore
dello stato del Nilo egli veniva chiamato dai sudditi il “buon dio”. Quindi, l’ultima piaga
coronò l’azione potente e miracolosa del Dio degli ebrei. Sino a quel momento gli dèi che
controllavano le forze della natura o degli animali erano stati disonorati, ma adesso un dio
che viveva in forma visibile fra gli egiziani era stato umiliato dal Dio degli schiavi ebrei,
di cui il faraone aveva detto: “... Chi è l’Eterno ch’io debba ubbidire alla sua voce e lasciar
andare Israele? Io non conosco l’Eterno e non lascerò affatto andare Israele” (
Esodo 5:2
).