Pagina 261 - Patriarchi e profeti (1998)

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La Pasqua
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erano stati esposti alla stessa condanna di quelli egiziani. “... Ogni
primogenito è mio” dichiarò il Signore “il giorno ch’io colpii tutti
i primogeniti nel paese d’Egitto, io mi consacrai tutti i primi parti
in Israele, tanto degli uomini, quanto degli animali; saranno miei...”
(
Numeri 3:13
).
Dopo l’istituzione del tabernacolo, il Signore scelse per il ser-
vizio del santuario la tribù di Levi, che sostituì i primogeniti del
popolo israelita. “... Mi sono interamente dati di tra i figliuoli d’I-
sraele” disse “io li ho presi per me, invece... dei primogeniti di tutti
i figliuoli d’Israele” (
Numeri 8:16
).
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Ma anche dopo la consacrazione della tribù di Levi, Dio continuò
a richiedere il pagamento di un riscatto per ogni primogenito, in
ricordo della misericordia che Dio aveva manifestato per Israele in
Egitto (cfr.
Numeri 18:15, 16
).
La Pasqua aveva due significati: i suoi rituali erano comme-
morativi e simbolici. Questa festa ricordava infatti l’affrancamento
d’Israele, ma annunciava nello stesso tempo la grande liberazio-
ne che il Cristo avrebbe compiuto, riscattando il suo popolo dalla
schiavitù del male. L’agnello sacrificale rappresenta “l’Agnello di
Dio”, su cui si fonda la nostra unica speranza di salvezza. L’apostolo
Paolo afferma: “... La nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata”
(
1Corinzi 5:7
). L’uccisione dell’agnello, però, non era in sé, una
garanzia di salvezza: era necessario spruzzarne il sangue sugli stipiti
delle porte. Allo stesso modo, l’uomo deve comprendere profonda-
mente il valore del sacrificio del Cristo. Non è sufficiente credere
che Gesù morì per il mondo: dobbiamo essere convinti che Egli morì
per ognuno di noi. Dobbiamo fare nostra la forza liberatrice del suo
sacrificio.
L’issopo usato per spruzzare il sangue sulle porte era il simbolo
della purificazione: era utilizzato come detergente dai lebbrosi e da
chi si contaminava tramite il contatto con un cadavere. Il significato
simbolico di questa pianta è evidente nella preghiera del salmista:
“Purificami con l’issopo, e sarò netto: lavami, e sarò più bianco che
neve” (
Salmo 51:7
).
L’agnello doveva essere arrostito intero: non se ne doveva spez-
zare neppure un osso, così come non sarebbe stata spezzata nessuna
delle ossa dell’Agnello di Dio che sarebbe morto per noi (cfr.
Gio-
vanni 19:36
). Questi particolari rappresentavano simbolicamente la