Pagina 263 - Patriarchi e profeti (1998)

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La Pasqua
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loro fiducia nell’imminente, grande liberazione. Avrebbero contras-
segnato le loro case con il sangue dell’agnello, per poi riunirsi con
la propria famiglia. Se gli israeliti avessero trascurato un qualsiasi
particolare delle indicazioni date loro, se non avessero riunito i loro
figli, se, pur avendo ucciso l’agnello, non ne avessero spruzzato il
sangue sugli stipiti o se fossero usciti di casa, non sarebbero stati
al sicuro. Potevano essere onestamente convinti di avere adempiu-
to ogni prescrizione: la loro sincerità non sarebbe stata sufficiente
a salvarli. L’angelo sterminatore avrebbe ucciso il primogenito di
chiunque non avesse eseguito con esattezza le direttive divine.
Israele doveva manifestare la sua fede attraverso l’ubbidienza
agli ordini di Dio. Secondo questo esempio, coloro che sperano di
essere salvati per i meriti del Cristo dovrebbero agire in modo coe-
rente: ciò costituirà una conferma della loro salvezza. Solo il Cristo
può liberarci dalle conseguenze della trasgressione, ma noi dobbia-
mo ubbidirgli e abbandonare il male. L’uomo è salvato per fede e
non per opere, tuttavia la fede si concretizza nel comportamento.
Dio ha offerto suo Figlio perché morisse per espiare il peccato e
mostrasse tramite la sua vita il percorso che conduce alla salvezza.
Per rendere più semplice questo cammino, Egli ha affidato all’uomo
prescrizioni e privilegi, che costituiscono altrettanti strumenti di
redenzione. Se l’uomo apprezza questo aiuto, ha fede e ubbidisce ai
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consigli divini, egli collabora con Dio per la propria salvezza.
Quando Mosè riferì a Israele le istruzioni di Dio in vista della li-
berazione dalla schiavitù, “il popolo s’inchinò e adorò”. La speranza
della libertà, la consapevolezza dell’imminente e terribile giudizio
che avrebbe colpito gli oppressori, le attenzioni che il Signore aveva
manifestato in funzione dell’improvvisa partenza: tutto ciò ispirò
negli israeliti una profonda riconoscenza per il loro misericordioso
Liberatore. Molti egiziani avevano riconosciuto nel Dio degli ebrei
l’unico vero Dio. Essi chiesero di potersi rifugiare nelle case degli
ebrei, quando l’angelo sterminatore sarebbe giunto nel paese. Essi
furono accolti con gioia e da allora si impegnarono a servire il Dio
di Giacobbe, abbandonando l’Egitto con il popolo eletto.
Gli israeliti ubbidirono alle indicazioni di Dio. I preparativi per
la partenza furono compiuti rapidamente e in gran segreto. Le fa-
miglie si riunirono, l’agnello pasquale venne ucciso e arrostito sul
fuoco e furono preparati il pane azzimo e le erbe amare. Il padre,