260
Patriarchi e profeti
come sacerdote della casa, spruzzò il sangue sugli stipiti della porta
e riunì la famiglia. L’agnello pasquale fu mangiato in fretta: tutti
tacevano. Gli israeliti pregarono e vegliarono. Tutti i figli primoge-
niti, dall’uomo adulto e forte al bambino più piccolo, erano turbati
da un terrore indefinito. I padri e le madri, pensando al terribile
flagello di quella notte, strinsero i figli maggiori tra le loro braccia.
Tuttavia, nessun israelita morì. Il sangue dell’agnello - simbolo della
protezione del Salvatore - era stato spruzzato sulla porta delle loro
case e l’angelo sterminatore non vi entrò. A mezzanotte “... vi fu un
gran grido in Egitto, perché non c’era casa dove non fosse un morto”
(
Esodo 12:30
). Tutti i primogeniti del paese, “dal primogenito di
Faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato ch’era
in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame” (
Esodo 12:29
) erano
stati uccisi.
In tutto il vasto regno d’Egitto l’orgoglio di ogni famiglia era
stato abbattuto. Si udivano urla e lamenti ovunque. Il re e i cortigiani,
pallidi, con le labbra tremanti, erano atterriti e sopraffatti dal terrore.
Il faraone si ricordò di aver detto: “... Chi è l’Eterno ch’io debba
ubbidire alla sua voce e lasciar andare Israele? Io non conosco
l’Eterno, e non lascerò affatto andare Israele” (
Esodo 5:2
). La sua
presunzione e il suo orgoglio erano stati infine umiliati ed egli “...
chiamò Mosè ed Aaronne, di notte, e disse: Levatevi, partite di mezzo
al mio popolo, voi e i figliuoli d’Israele; e andate, servite l’Eterno,
come avete detto... e benedite anche me!” (
Esodo 12:31, 32
). Anche
i consiglieri del re e il popolo incalzavano “... per affrettarne la
partenza dal paese, perché dicevano: Noi siamo tutti morti” (
Esodo
12:33
).
[232]