Pagina 269 - Patriarchi e profeti (1998)

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L’esodo
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invocarono il Signore, ma le loro voci vennero soffocate da quelle
della maggioranza, che inveì contro Mosè dicendo: “... Mancavan
forse sepolture in Egitto, che ci hai menati a morire nel deserto?
Perché ci hai fatto quest’azione di farci uscire dall’Egitto? Non è
egli questo che ti dicevamo in Egitto: lasciaci stare, che serviamo gli
Egiziani? Poiché meglio era per noi servire gli Egiziani che morire
nel deserto” (
Esodo 14:11, 12
).
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In realtà, ciò che preoccupava Mosè era la diffidenza che espri-
meva il popolo, nonostante le ripetute ed evidenti manifestazioni
della protezione divina. Come potevano rimproverare lui, Mosè, per
i pericoli e le difficoltà in cui si trovavano, se egli aveva eseguito
un esplicito ordine divino? Solo il Signore poteva intervenire per
liberarli. Mosè aveva fiducia in Dio ed era sicuro che avrebbe salvato
la sua gente. Egli rispose con calma, rassicurando gli israeliti con
queste parole: “... Non temete, state fermi, e mirate la liberazione che
l’Eterno compirà oggi per voi; poiché gli Egiziani che avete veduti
quest’oggi, non li vedrete mai più in perpetuo. L’Eterno combatterà
per voi, e voi ve ne starete quieti” (
Esodo 14:13, 14
).
Non fu un’impresa facile, tranquillizzare gli ebrei in attesa del-
l’intervento di Dio. Privi di disciplina e autocontrollo, essi diventa-
rono violenti e irragionevoli. Erano certi di cadere nelle mani degli
oppressori: in preda alla disperazione, incominciarono a gridare e a
lamentarsi. Avevano seguito a lungo la nuvola prodigiosa, simbolo
della guida divina: eppure ora si chiedevano se non rappresentasse
il presagio di una calamità. Perché li aveva condotti fino a quella
montagna, in un luogo senza via d’uscita? Per quegli uomini delusi,
l’Angelo di Dio sembrava ormai la causa del disastro che si stava
profilando.
Proprio mentre gli egiziani si avvicinavano per catturare quella
facile preda, la nuvola assunse la forma di una colonna e si solle-
vò maestosa, oltrepassò gli israeliti e si posò fra loro e l’esercito
nemico, formando un muro di tenebre. Gli egiziani, non potevano
più vedere l’accampamento degli ebrei e furono costretti a fermarsi.
Quando scese la notte la nuvola, che formava una barriera, divenne
luminosa dalla parte dell’accampamento degli ebrei, rischiarando
tutto a giorno.
La speranza cominciò a rinascere nei cuori degli israeliti. Mosè
invocò il Signore, che gli rispose così: “... Perché gridi a me? Dì