Pagina 272 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
la vittoria finale del popolo di Dio. Il profeta di Patmos contemplò
la grande folla vestita di bianco che aveva “ottenuta vittoria” e che
stava “in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio” e canta-
va “il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell’Agnello”
(
Apocalisse 15:2, 3
).
“Non a noi, o Eterno, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per
la tua benignità e per la tua fedeltà!” (
Salmo 115:1
). Questo era il
sentimento che animava il canto della liberazione d’Israele: questo
stesso sentimento dovrebbe ispirare tutti coloro che temono e amano
Dio. Liberandoci dalla schiavitù del peccato, Dio è intervenuto in
nostro favore con una potenza ancora maggiore di quella usata per
salvare gli ebrei presso il mar Rosso. Per questo motivo noi, come
gli israeliti, dovremmo lodare Dio con tutto il nostro essere, per ciò
che di meraviglioso Egli ha compiuto per noi. Coloro che riflettono
sulla grande bontà di Dio, senza dimenticare neppure il più piccolo
dei suoi doni, saranno realmente felici e innalzeranno al Signore
canti di gioia.
Dovremmo ringraziare Dio continuamente per le benedizioni
che ci offre ogni giorno e soprattutto per avere permesso il sacrificio
del Cristo, che ci ha assicurato la felicità e la salvezza eterne. Qua-
le compassione, quale incomparabile amore ha avuto Dio per noi,
uomini perduti, quando ci ha voluti con sé, considerandoci il suo
tesoro particolare! Quale sacrificio ha affrontato il nostro Redentore,
perché potessimo essere chiamati “figli di Dio”! Dovremmo lodare
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Dio perché la sua volontà di salvarci ha permesso che potessimo an-
cora sperare, dovremmo essergli grati per l’eredità della vita eterna,
per le sue ricche promesse e perché Gesù vive per intercedere per
noi.
“Chi mi offre il sacrifizio della lode” dice il Creatore “mi glo-
rifica...” (
Salmo 50:23
). Tutti gli abitanti del cielo sono uniti nel
lodare Dio. Impariamo ora, sulla terra, il canto di questi angeli, così
da poterlo intonare un giorno, quando ci uniremo alle loro schiere
luminose. Diciamo con il salmista: “Io loderò l’Eterno finché vivrò,
salmeggerò al mio Dio, finché esisterò” (
Salmo 146:2
). “Ti celebrino
i popoli, o Dio, tutti quanti i popoli ti celebrino!” (
Salmo 67:5
).
Nella sua saggezza, il Signore condusse gli ebrei tra un’alta mon-
tagna e il mare per manifestare la sua potenza e umiliare l’orgoglio
degli oppressori del suo popolo. Avrebbe potuto salvarli in un altro