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Patriarchi e profeti
stasera Egli vi darà della carne da mangiare e domattina del pane a
sazietà”. E aggiunse: “... Quanto a noi, che cosa siamo? Le vostre
mormorazioni non sono contro di noi, ma contro l’Eterno”. Poi
Aronne disse: “... Avvicinatevi alla presenza dell’Eterno, perch’Egli
ha udito le vostre mormorazioni” (
Esodo 16:8, 9
). Mentre Aronne
parlava ancora gli ebrei “... volsero gli occhi verso il deserto; ed
ecco che la gloria dell’Eterno apparve nella nuvola” (
Esodo 16:10
).
La presenza divina si rivelava in una grande luce, proveniente dalla
nuvola.
Il Signore si mostrava tramite manifestazioni che facevano diret-
to appello ai sensi, perché gli israeliti comprendessero che la loro
guida non era un semplice uomo come Mosè, ma Dio stesso. Questa
consapevolezza li avrebbe spinti a rispettare l’Eterno e ubbidire ai
suoi ordini.
All’imbrunire l’accampamento fu invaso da uno stormo così
grande di quaglie, da fornire cibo sufficiente per le necessità di ogni
famiglia. Il mattino dopo, sul terreno circostante, vi era “... una cosa
minuta, tonda, minuta come brina sulla terra” bianca, simile ai semi
di coriandolo: il popolo la chiamò “manna”. Mosè disse: “... Questo
è il pane che l’Eterno vi dà a mangiare” (
Esodo 16:14, 15
).
Il popolo la raccolse: quel cibo era sufficiente per tutti; “... poi
la riduceva in farina con le macine o la pestava nel mortaio, la
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faceva cuocere in pentole e ne faceva delle focacce...” (
Numeri
11:8
). “... E aveva il gusto di schiacciata fatta col miele” (
Esodo
16:31
). Fu ordinato di raccoglierne un omer - circa quattro litri - per
persona, e non oltre, in modo che il giorno dopo non ne avanzasse.
Alcuni tentarono comunque di conservarne una certa quantità, ma
l’indomani andò a male. La razione della giornata doveva essere
raccolta di mattina, perché tutto ciò che rimaneva sul terreno si
scioglieva al sole.
Quando il popolo raccolse la manna, fu evidente che alcuni ne
avevano preso una quantità maggiore o minore rispetto a quella fis-
sata; ma quando “la misurarono con l’omer a chi ne aveva raccolto
molto non n’ebbe di soverchio; e chi ne aveva raccolto poco non
n’ebbe penuria...” (
Esodo 16:18
). L’apostolo Paolo, nella sua secon-
da lettera ai Corinzi dà una spiegazione di questo passo, traendone
una lezione di carattere pratico; egli dice: “Poiché questo non si
fa per recar sollievo ad altri ed aggravio a voi, ma per principio di