Pagina 280 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
servava dolce e intatta, diversamente da quanto avveniva durante il
resto della settimana.
L’esperienza della manna dimostra inequivocabilmente che il
sabato non fu istituito, come molti sostengono, quando la legge fu
promulgata al Sinai: infatti, gli israeliti lo osservavano già da molto
tempo. L’obbligo di raccogliere ogni venerdì una porzione doppia
di cibo, in vista del sabato, indicava in modo evidente la sacralità
del giorno di riposo. Quando alcuni ebrei tentarono di raccoglierla
durante il sabato, il Signore rivolse loro questo rimprovero: “... Fino
a quando rifiuterete d’osservare i miei comandamenti e le mie leggi?”
(
Esodo 16:28
).
“E i figliuoli d’Israele mangiarono la manna per quarant’anni,
finché arrivarono al paese abitato; mangiarono la manna finché giun-
sero ai confini del paese di Canaan” (
Esodo 16:35
). Quel miracolo,
segno della cura e dell’amore di Dio, si ripeté sotto gli occhi degli
israeliti per ben quarant’anni. Dio, come dice il salmista “... dette
loro del frumento del cielo. L’uomo mangiò del pane dei potenti...”
(
Salmo 78:24, 25
). Sostenuti dal “frumento del cielo”, essi impara-
rono, giorno per giorno, che la promessa dell’aiuto divino li avrebbe
sempre sostenuti come se fossero stati circondati dalle fertili pianure
di Canaan, ricche di grano.
La manna che cadeva dal cielo per assicurare la sopravvivenza
d’Israele era un simbolo del Cristo, che Dio avrebbe inviato sulla
terra per offrire la vita all’umanità. Gesù disse: “Io sono il pan della
vita. I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono.
Questo è il pane che discende dal cielo... Se uno mangia di questo
pane vivrà in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per
la vita del mondo” (
Giovanni 6:48-51
). Tra le benedizioni promesse
al popolo di Dio nell’eternità, la Bibbia rivela: “... A chi vince io
darò della manna nascosta” (
Apocalisse 2:17
).
Dopo aver lasciato il deserto di Sin, gli israeliti si accamparono
a Rephidim. Non vi erano sorgenti d’acqua, e ancora una volta il
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popolo dubitò dell’aiuto divino. Nella loro cecità e presunzione, gli
ebrei si recarono da Mosè con questa richiesta: “... Dateci dell’acqua
da bere”. Egli riuscì a conservare la calma e disse: “... Perché conten-
dete con me? Perché tentate l’Eterno?”. Infuriati, gli ebrei risposero:
“... Perché ci hai fatti salire dall’Egitto per farci morire di sete noi, i
nostri figliuoli e il nostro bestiame?” (
Esodo 17:2, 3
). Nel momento