Dal mar Rosso al Sinai
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aveva manifestato il suo carattere e la sua sovranità in Egitto. Quelle
dimostrazioni soprannaturali, anziché suscitare in loro il rispetto,
li avevano spinti a sfidare quel potere. Essi avevano ridicolizzato i
miracoli compiuti da Mosè e consideravano con ironia i timori dei
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popoli vicini. Essi avevano giurato davanti ai loro dèi di distruggere
gli ebrei, senza risparmiarne nessuno. L’orgoglio degli amalechiti
cresceva, al pensiero che il Dio d’Israele non avrebbe potuto sconfig-
gerli. Il loro attacco non era stato preceduto da alcuna provocazione:
era solo una dimostrazione di odio, una manifestazione della volontà
di Amalek di sfidare Dio, tentando di distruggere il suo popolo.
Gli amalechiti avevano commesso molte azioni gravi e i loro
crimini esigevano una vendetta da parte del Signore. Nella sua mise-
ricordia, Dio li aveva invitati a pentirsi, ma quando essi aggredirono
gli israeliti, stanchi e indifesi, il loro gesto decretò una condanna
definitiva. Dio ha un amore particolare per i più deboli tra i suoi
figli. Nessun atto di crudeltà o prepotenza sfugge ai suoi occhi. La
mano divina si posa come uno scudo su tutti coloro che lo rispettano
e lo amano: Egli rivolgerà la spada della giustizia contro coloro che
si oppongono al suo intervento protettore.
La casa di Iethro, suocero di Mosè, non era molto distante dal-
l’accampamento degli ebrei. Egli aveva saputo della liberazione
d’Israele e aveva deciso di raggiungere Mosè per accompagnare sua
moglie e i due figli. Alcuni messaggeri informarono Mosè di questa
visita ed egli, felice, andò incontro alla sua famiglia e a Iethro e li
condusse nella sua tenda.
Immaginando i pericoli che avrebbe affrontato per liberare Israe-
le dal dominio egiziano, Mosè si era separato da loro: ora questo
sostegno gli veniva restituito. Raccontò a Iethro le meraviglie che
Dio aveva compiuto per il suo popolo. L’anziano patriarca se ne
rallegrò, benedicendo il Signore per essere intervenuto; insieme a
Mosè e agli anziani offrì un sacrificio e organizzò una festa solenne,
per ricordare la misericordia di Dio.
Iethro rimase nell’accampamento, e in breve tempo si rese con-
to di quanto fossero pesanti le responsabilità di Mosè. Mantenere
l’ordine e la disciplina all’interno di un gruppo così numeroso e
impreparato costituiva davvero un compito molto gravoso. Mosè era
riconosciuto come l’autorità suprema: era l’arbitro a cui spettava la
parola decisiva non solo per i problemi di carattere generale, riguar-