Pagina 284 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
danti i doveri d’Israele, ma anche nelle controversie che nascevano
in mezzo al popolo. Egli aveva permesso che ciò avvenisse perché
desiderava istruire il popolo, per far “... loro conoscere gli ordini di
Dio e le sue leggi”, ma Iethro lo rimproverò con queste parole: “Tu
ti esaurirai certamente... quest’affare è troppo grave per te; tu non
puoi bastarvi da te solo” (
Esodo 18:15, 18
).
Gli consigliò di nominare dei responsabili, affidando a loro il
compito di amministrare gruppi di migliaia, di centinaia e di decine.
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Dovevano essere “... uomini capaci che temano Dio: degli uomini
fidati, che detestino il lucro iniquo...” (
Esodo 18:21
).
Questi responsabili avrebbero deciso su tutte le questioni di se-
condaria importanza; solo i casi più difficili sarebbero stati presentati
a Mosè. Poi Iethro aggiunse: “... Sii tu il rappresentante del popolo
dinanzi a Dio, e porta a Dio le loro cause. Insegna loro gli ordini e
le leggi, e mostra loro la via per la quale han da camminare e quello
che devon fare” (
Esodo 18:19, 20
). Il suo consiglio fu accettato: la
sua applicazione rese più leggero il lavoro di Mosè e, nello stesso
tempo, permise una migliore organizzazione del popolo.
Il Signore aveva attribuito a Mosè un ruolo importante: attraverso
le sue mani, aveva compiuto dei miracoli. La sua elezione a capo
d’Israele non significava che non avesse bisogno di buoni consigli.
Partiti da Refidim, gli israeliti continuarono il loro viaggio guida-
ti dalla nuvola di Dio; attraversarono aride pianure, superarono ripidi
pendii e camminarono lungo catene montuose. Spesso, dopo aver
percorso distese sabbiose, alte montagne e imponenti contrafforti
che sembravano sbarrare il loro cammino, avvicinandosi scorgeva-
no varchi insperati, che lasciavano intravedere una nuova pianura.
Seguendo Mosè, attraversarono un profondo passaggio tra le monta-
gne: muraglie di roccia, alte centinaia di metri, li sovrastavano e si
estendevano da entrambi i lati, a perdita d’occhio. Il popolo vi passò
insieme alle greggi e alle mandrie: davanti a loro si ergeva in tutta
la sua maestà il massiccio del monte Sinai. La nuvola si posò sulla
cima della montagna: l’accampamento fu organizzato nella pianura
sottostante. Gli israeliti sarebbero rimasti in quel luogo per quasi
un anno. Durante la notte, la colonna di fuoco garantì loro la prote-
zione divina e mentre dormivano il pane del cielo scese silenzioso
sull’accampamento.
L’alba gettò la sua luce dorata sul profilo scuro delle monta-