Pagina 285 - Patriarchi e profeti (1998)

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Dal mar Rosso al Sinai
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gne e i luminosi raggi del sole penetrarono nelle gole profonde.
Questo spettacolo appariva ai viandanti stanchi come una raffigu-
razione dei raggi di misericordia che provenivano dal trono di Dio.
Sembrava che quelle vette solitarie e imponenti riflettessero l’imma-
gine dell’eternità e della maestà. Tutta la scena suscitava rispetto e
solennità.
L’uomo fu creato in modo che potesse percepire la propria igno-
ranza e fragilità, alla presenza di colui che ha “... preso le dimensioni
del cielo con la spanna...” (
Isaia 40:12
).
Presso il Sinai, Israele avrebbe ricevuto la rivelazione più straor-
dinaria mai concessa da Dio all’uomo. Il Signore aveva raccolto gli
ebrei intorno a quel monte per far loro comprendere la sacralità dei
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suoi comandamenti: li avrebbe proclamati con la sua stessa voce.
Questa esperienza avrebbe determinato nel popolo una radicale tra-
sformazione, che gli avrebbe permesso di superare le conseguenze
degradanti che la schiavitù e il lungo contatto con i culti pagani
avevano avuto sui suoi costumi e sulla sua sensibilità. Dio si rive-
lava e agiva per elevarli a un livello morale superiore e offriva loro
l’opportunità di conoscerlo profondamente.
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