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Patriarchi e profeti
del suo popolo: “Io sono l’Eterno, l’Iddio tuo, che ti ho tratto dal
paese d’Egitto, dalla casa di servitù” (
Esodo 20:2
). Lo stesso Dio
che aveva consegnato loro la legge era stato la guida e il liberato-
re d’Israele: Egli lo aveva fatto uscire dall’Egitto aprendo una via
in mezzo al mare; sconfiggendo il faraone e il suo esercito, aveva
dimostrato di essere superiore a tutti gli dèi dell’Egitto. Il Signore
non voleva che la sua legge fosse patrimonio esclusivo degli ebrei:
affidandone la conoscenza a Israele, Egli attribuiva a questo popolo
il privilegio di trasmettere l’osservanza dei princìpi divini al mondo
intero. La legge di Dio era dunque una verità diretta a ogni uomo. I
precetti del Decalogo, brevi, chiari e autorevoli, contengono i doveri
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dell’individuo nei suoi rapporti con Dio e con i suoi simili: alla base
di queste norme, vi è il grande principio dell’amore. La validità dei
precetti divini si estende a ogni essere umano: essi sono un dono che
deve essere annunciato e attuato nell’esperienza di tutti gli uomini.
“... Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima
tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo
come te stesso” (
Luca 10:27
; cfr.
Deuteronomio 6:4, 5
;
Levitico
19:18
). Nei dieci comandamenti il principio dell’amore viene pre-
sentato dettagliatamente, in modo da facilitarne l’applicazione in
tutte le condizioni e circostanze.
“Non avere altri dii nel mio cospetto” (
Esodo 20:3
). Dio, l’Es-
sere eterno e non creato, origine e sostegno di ogni cosa, è l’unico
soggetto degno della suprema venerazione e adorazione. È proibito
all’uomo dare nella sua vita la preminenza a qualsiasi altra cosa.
Tutto ciò che tende a indebolire il nostro amore per il Signore, o
a interferire con l’ubbidienza che gli è dovuta, diviene per noi un
“dio”.
“Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che
sono lassù ne’ cieli o quaggiù sulla terra; non ti prostrare dinanzi a
tali cose e non servir loro” (
Esodo 20:4
). Il secondo comandamento
proibisce l’adorazione del vero Dio raffigurato in immagini o simu-
lacri. Molti popoli pagani sostenevano che le loro immagini cultuali
erano semplici figure, simboli attraverso i quali adorare la divinità.
Il tentativo di rappresentare l’Essere eterno con oggetti materiali
svilisce nell’uomo l’idea di Dio. La mente, distolta dal pensiero della
sua infinita perfezione, sarà attratta da ciò che è creato, e non dal
Creatore. Quando il concetto di Dio viene svilito, anche la dignità