L’idolatria al Sinai
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alla rovina. Il male quindi doveva essere punito con grande severità.
Mosè chiamò il popolo alle porte dell’accampamento e annunciò:
“Chiunque è per l’Eterno, venga a me!” (cfr.
Esodo 32:26
). Coloro
che non avevano partecipato alla ribellione dovevano porsi alla de-
stra di Mosè; chi, tra i colpevoli, si era pentito si sarebbero schierato,
invece, alla sua sinistra. Quando l’ordine fu eseguito, si vide che
la tribù di Levi non aveva partecipato al culto pagano; tra le altre
tribù, molti dichiararono di essersi pentiti. Un folto gruppo, tuttavia,
costituito per lo più da gruppi etnici eterogenei, lo stesso che aveva
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incoraggiato la fabbricazione del vitello, persisteva ostinatamente
nella sua rivolta. Mosè, nel nome dell’“Eterno, il Dio d’Israele”,
ordinò a coloro che erano alla sua destra, che non erano stati conta-
minati dall’idolatria, di estrarre le spade e uccidere tutti coloro che
non si erano pentiti. “E in quel giorno caddero circa tremila uomini”
(
Esodo 32:28
). Indipendentemente dalla loro posizione, dal gruppo
a cui appartenevano e dai loro legami di amicizia, i ribelli furono
sterminati. Quanti si erano sottomessi al giudizio divino, pentendosi,
furono risparmiati.
Gli uomini che eseguirono questa terribile condanna, agirono
su mandato divino, applicando la sentenza del Re del cielo. Si deve
usare un’estrema cautela nel giudicare e condannare il prossimo, a
causa della limitatezza delle facoltà umane; tuttavia, quando Dio
ordina l’esecuzione di un suo giudizio, è necessario ubbidire. Coloro
che compiono questa azione penosa manifestano tutto il proprio
orrore per l’infedeltà e l’idolatria, e si consacrano per ubbidire pie-
namente a Dio. Per questo motivo, il Signore onorò la fedeltà della
tribù di Levi concedendole un riconoscimento speciale. Gli ebrei
erano colpevoli di aver tradito un’autorità a cui avevano scelto di
sottomettersi, e dalla quale avevano ricevuto dei benefici. Perchè Dio
potesse continuare a condurre Israele, era necessario fare giustizia
nei confronti dei traditori. Il Signore continuava ad essere disponi-
bile al perdono, senza tuttavia infrangere la sua legge, concedendo
a tutti di scegliere liberamente se pentirsi o meno. Sarebbero stati
eliminati solo coloro che avrebbero continuato a ribellarsi.
Quella punizione aveva anche lo scopo di dimostrare ai popoli
vicini quale condanna Dio riservasse a chi si dedicava ai culti pagani.
L’esecuzione ordinata da Mosè, in nome di Dio, doveva ristabilire
la giustizia e sarebbe stata ricordata come una condanna pubblica e