Satana e la legge di Dio
313
questa opposizione a Dio e la devozione ai culti pagani formaro-
no negativamente il carattere del sovrano che in seguito avrebbe
oppresso con crudeltà gli ebrei.
Nei quarant’anni successivi alla fuga di Mosè dall’Egitto, sem-
brava che l’idolatria si fosse definitivamente affermata. Con il tempo
le speranze degli israeliti si affievolirono. Il re e il popolo diventa-
rono sempre più orgogliosi del loro potere, e ridicolizzarono il Dio
d’Israele, finché un giorno Mosè si confrontò con il faraone. Il capo
degli ebrei si presentò al sovrano con un messaggio dell’“Eterno,
[277]
l’Iddio d’Israele”. Il faraone conosceva il vero Dio, ma ne sfidò l’au-
torità, rispondendo: “Chi è l’Eterno ch’io debba ubbidire alla sua
voce?... Io non conosco l’Eterno...” (
Esodo 5:2
). L’opposizione del
faraone non era dovuta all’ignoranza, ma all’odio e all’arroganza.
Benché gli egiziani avessero a lungo rifiutato di riconoscere
l’autorità di Dio, il Signore offrì loro l’occasione di pentirsi. Ai
tempi di Giuseppe, l’Egitto era stato un rifugio per i profughi ebrei.
Gli egiziani li avevano trattati con benevolenza: con questa loro
generosità essi avevano onorato anche il Dio d’Israele. Il Signore
dimostrò grande pazienza e compassione, ritardando l’esecuzione
di una condanna definitiva. Attese ancora qualche tempo affinché
ognuna delle punizioni inviate sull’Egitto potesse produrre un cam-
biamento. Gli egiziani furono colpiti tramite gli stessi elementi della
natura che adoravano come divinità e così ebbero la prova della po-
tenza dell’Eterno. Chiunque, però, poteva pentirsi e così si sarebbe
sottratto al castigo. Paradossalmente, il fanatismo e l’ostinazione del
sovrano favorirono la conoscenza di Dio, inducendo molti egiziani
ad accettarlo.
Dio aveva permesso agli israeliti di recarsi in Egitto perché ave-
vano la tendenza a unirsi con i popoli pagani e a imitarne i riti
religiosi. In Egitto, sia per alcune circostanze culturali sia per il
grande ascendente di Giuseppe, gli israeliti avrebbero mantenuto
più facilmente la loro identità di popolo. Il rozzo paganesimo degli
egiziani, unito alle crudeltà e all’oppressione che gli ebrei subirono
nell’ultimo periodo del loro soggiorno, avrebbero suscitato in loro
una repulsione verso l’idolatria, inducendoli a ricercare il Dio dei
loro padri. Satana si servì di questa situazione, che era stata favorita
dal Signore, per confondere le convinzioni religiose degli israeliti, in-
ducendoli a imitare le pratiche dei loro padroni pagani. A causa della