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Patriarchi e profeti
che era privo di finestre. Proprio davanti alla cortina che separava
il luogo santo dal luogo santissimo, dove si manifestava la potenza
di Dio, c’era un altare d’oro su cui il sacerdote bruciava ogni sera
e ogni mattina l’incenso. Il rituale prevedeva che il sangue della
vittima per il peccato fosse posto sui corni dell’altare, durante il
servizio quotidiano. In occasione del gran giorno dell’Espiazione,
invece, il sangue veniva sparso su tutta la superficie dell’oggetto. Il
fuoco di questo altare, acceso da Dio stesso, doveva essere tenuto
vivo come qualcosa di sacro. Giorno e notte l’incenso diffondeva il
suo profumo nel santuario e arrivava anche all’esterno, lontano dal
tabernacolo.
All’interno, oltre la cortina, c’era il luogo santissimo, il centro
del servizio simbolico dell’espiazione e dell’intercessione: esso col-
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legava il cielo e la terra. Vi si trovava l’arca, una cassa in legno di
acacia completamente ricoperta d’oro, che portava sul bordo supe-
riore una cornice dello stesso metallo. L’arca custodiva le tavole di
pietra sulle quali Dio aveva scritto i dieci comandamenti. Per questo
motivo venne chiamata “arca del testamento di Dio” o anche “arca
del patto”; i comandamenti infatti costituivano la base dell’alleanza
fra Dio e Israele.
Il coperchio dell’arca veniva chiamato propiziatorio ed era d’oro
massiccio. Alle sue estremità si trovavano due cherubini d’oro: le
loro ali si stendevano una verso l’alto e l’altra verso il basso, a coprire
il corpo (cfr.
Ezechiele 1:11
) in segno di ossequio e umiltà. Le due
statue erano rivolte l’una verso l’altra, e il loro sguardo si posava con
devozione sull’arca: il loro atteggiamento esprimeva il rispetto che
gli angeli hanno per la legge di Dio e il loro interesse per il piano
della salvezza. Al di sopra del propiziatorio, tra i due cherubini,
c’era la Shekinah, la manifestazione della presenza divina tramite
cui Dio esprimeva la sua volontà. A volte i messaggi divini venivano
trasmessi al sommo sacerdote da una voce proveniente dalla nuvola;
in altri casi, una luce illuminava il cherubino di destra per concedere
l’approvazione a una richiesta: il segnale della disapprovazione era
invece un’ombra che velava il cherubino di sinistra.
La legge di Dio, custodita nell’arca, era la norma della giustizia
e del giudizio. Essa imponeva la morte dei trasgressori. Al di sopra
della legge vi era tuttavia il propiziatorio, dove si rivelava la presenza
divina: dopo l’espiazione, era qui che Dio manifestava il suo perdono