Pagina 332 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
presenza del Signore; tutto il resto della tribù si sarebbe occupata
del tabernacolo e dei suoi accessori. Era prerogativa esclusiva dei
sacerdoti, infatti, immolare le vittime dei sacrifici, bruciare l’incenso
e vedere gli arredi sacri privi della loro copertura.
Per il loro ruolo particolare, i sacerdoti indossavano un abito che
li distingueva. “E farai ad Aronne, tuo fratello, dei paramenti sacri,
come insegne della loro dignità e come ornamento” (
Esodo 28:2
),
ordinò il Signore a Mosè. L’abbigliamento di un comune sacerdote
era di lino bianco, tessuto in un unico pezzo, e arrivava fin quasi ai
piedi; era fermato in vita da una cintura di lino bianco ricamata in
blu, porpora e rosso. Lo completava un turbante di lino, detto mi-
tra. Davanti al pruno ardente Mosè si era tolto i sandali, per ordine
divino, perché il suolo su cui camminava era sacro. Nello stesso
modo, i sacerdoti non dovevano entrare nel santuario con le scar-
pe, perché la polvere avrebbe profanato quel luogo sacro. Dunque
avrebbero lasciato le scarpe all’ingresso del santuario, nel cortile;
il rituale prevedeva inoltre che si lavassero le mani e i piedi, prima
di servire nel tabernacolo e presso l’altare degli olocausti. Questi
gesti rappresentavano un costante insegnamento: chi si avvicina al
Signore deve allontanare da sé ogni tipo di contaminazione.
L’abito del sommo sacerdote, prezioso e magnificamente lavo-
rato, era adatto alla sua elevata posizione. Infatti, sopra la tunica
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di lino comune a tutto il clero egli indossava un abito blu tessuto
in un unico pezzo, i cui bordi erano ornati con campanelle d’oro e
melograni di colore blu, porpora e scarlatto. Sul petto portava l’efod,
un abito corto e senza maniche, di vari colori - oro, blu, porpora,
scarlatto e bianco - che terminava con una cintura di tessuto simile,
con preziosi ricami. In corrispondenza delle spalle l’efod era intes-
suto d’oro e aveva due pietre di onice con incisi i nomi delle dodici
tribù d’Israele.
Sopra l’efod c’era il pettorale, il paramento sacerdotale più sacro,
realizzato con lo stesso materiale dell’efod: aveva la forma di un
quadrato lungo circa venticinque centimetri, sospeso sulle spalle con
una corda azzurra, fermata da anelli d’oro. Il bordo era formato da
varie pietre preziose, le stesse delle dodici fondamenta della città
di Dio. Sul pettorale si trovavano dodici pietre incastonate nell’oro,
sistemate in file di quattro: su di esse, come sulle catenelle che fissa-
vano le spalle, erano incisi i nomi delle tribù. Il Signore aveva detto