Il tabernacolo e il rituale
331
che può permettere ai peccatori di essere accettati da Dio. Davanti
alla cortina del luogo santissimo vi era l’altare su cui ogni giorno
veniva elevata l’offerta di intercessione, costituita dall’incenso. Al-
l’ingresso del luogo santo, invece, si trovava un altro altare, sul quale
ogni giorno venivano effettuati i sacrifici cruenti per l’espiazione dei
peccati. L’uomo si poteva avvicinare a Dio attraverso dei simboli,
l’incenso e il sangue: essi dovevano ricordare che solo attraverso il
Cristo il colpevole pentito può avvicinarsi all’Eterno e ottenere per
fede il perdono e la salvezza.
La mattina e la sera, quando i sacerdoti entravano nel luogo
santo per la presentazione dell’incenso, veniva preparato nel cortile
il sacrificio cruento per il peccato. Era un momento particolarmente
coinvolgente per i fedeli, che si riunivano intorno al santuario. Prima
di essere introdotti alla presenza di Dio, tramite la mediazione dei
sacerdoti, gli israeliti dovevano pregare e fare un profondo esame
di coscienza, confessando i propri peccati. Uniti in una preghiera
silenziosa, rivolgevano lo sguardo al luogo santo; le loro richieste
salivano insieme alla nuvola di incenso, sostenute dalla fede nei
meriti del Salvatore promesso, di cui era simbolo il sacrificio di
espiazione.
L’ora in cui avveniva il sacrificio della mattina e della sera era
considerata sacra. In questi momenti tutto il popolo si raccoglieva in
adorazione. Anche quando gli ebrei furono condotti in terre lontane
come prigionieri, nell’ora indicata rivolgevano il volto verso Geru-
salemme, presentando le loro richieste al Dio d’Israele. Le preghiere
ebraiche della mattina e della sera sono un esempio per i cristiani.
Dio condanna un culto formale, che non nasce da un vero desiderio
di adorazione. Egli guarda con favore coloro che lo amano e prega-
no giorno e notte per il perdono dei loro peccati, invocando la sua
benedizione.
I pani detti “della presentazione” erano sempre davanti all’E-
terno, come offerta permanente; essi facevano parte del sacrificio
quotidiano, e venivano chiamati così proprio perché erano sempre
alla presenza di Dio. Rappresentavano il riconoscimento della di-
pendenza dell’uomo da Dio per ottenere il nutrimento materiale e
spirituale, che solo il Cristo può offrire. Il Signore nutriva il popolo
[294]
d’Israele con il pane del cielo: gli israeliti tuttavia dipendevano dalla
generosità divina non solo per il cibo materiale, ma anche per le