Pagina 336 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
benedizioni spirituali. La manna e i pani della presentazione indica-
vano il Cristo, il Pane vivente, che è sempre davanti a Dio per noi.
Egli ha detto di se stesso: “Io sono il pane della vita... che discen-
de dal cielo” (cfr.
Giovanni 6:48-51
). Su questi pani veniva posto
l’incenso; ogni sabato, quando erano sostituiti con quelli freschi,
l’incenso veniva bruciato sull’altare davanti a Dio, come ricordo.
La parte più importante del rituale giornaliero erano i riti in
favore dei singoli israeliti. Il peccatore pentito portava la sua offerta
all’ingresso del tabernacolo; dopo avere posto la mano sul capo
della vittima, egli confessava il proprio peccato. In questo modo,
l’errore passava simbolicamente sulla vittima innocente. Il colpevole
stesso uccideva l’animale, il cui sangue veniva portato dal sacerdote
nel luogo santo: qui egli lo spruzzava sulla cortina. Essa nascon-
deva l’arca contenente la legge che il peccatore aveva trasgredito.
In questa cerimonia, attraverso il sangue, il peccato veniva trasfe-
rito nel santuario. In alcuni casi il sangue non veniva portato nel
luogo santo
Il sacerdote mangiava la carne dell’animale, secondo
quanto ordinato da Mosè ai figli di Aronne: “... L’Eterno ve l’ha
dato perché portiate l’iniquità della raunanza...” (
Levitico 10:17
). In
entrambi i casi, il rituale simboleggiava il trasferimento del peccato
dall’individuo pentito al santuario.
Questo rituale era eseguito ogni giorno, per tutto l’anno. Sic-
come i peccati d’Israele trasferiti nel santuario, contaminavano il
luogo santo, era necessario un rito particolare per la loro rimozione.
Dio ordinò allora che i due settori del santuario e l’altare fossero
purificati: “E farà sette volte l’aspersione del sangue col dito, sopra
l’altare, e così lo purificherà e lo santificherà a motivo delle impurità
dei figliuoli d’Israele” (
Levitico 16:19
).
Una volta l’anno, nel solenne giorno dell’Espiazione, il sacerdote
entrava nel luogo santissimo per la purificazione del santuario, che
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I SACRIFICI - Quando l’offerta per un peccato veniva presentata in favore del
sacerdote o dell’intera comunità, il sangue era portato nel luogo santo e spruzzato davanti
alla cortina e sui corni dell’altare dorato. Il grasso veniva trasformato in fumo sull’altare
dell’olocausto, all’ingresso, mentre la carcassa della vittima veniva bruciata fuori dal
campo (cfr.
Levitico 4:1-21
). Quando però l’offerta era in favore di un capo e di un
qualsiasi israelita, il sangue non veniva portato nel luogo santo, e la carne doveva essere
mangiata dal sacerdote, secondo le indicazioni che il Signore aveva dato a Mosè: “Il
sacerdote che l’offrira per il peccato, la mangerà; dovrà esser mangiata in luogo santo, nel
cortile della tenda di convegno” (
Levitico 6:26
; cfr.
Levitico 4:22-35
).