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Patriarchi e profeti
a chi ne beneficia, un impegno di integrità corrispondente al dono
ricevuto. Su questo piano, Dio non può accettare compromessi. Ono-
ri e benedizioni non dovrebbero mai indurci a un comportamento
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presuntuoso e superficiale: non rappresenteranno mai un’autoriz-
zazione a peccare, né una garanzia di impunità da parte di un Dio
compiacente. Tutti i vantaggi che Dio dà sono intesi a rafforzare la
nostra fedeltà e fermezza nel compiere la sua volontà.
Nadab e Abihu da giovani non erano stati educati a esercitare
l’autocontrollo. Il carattere permissivo del padre, la sua mancanza
di rigore nel sostenere la giustizia, l’avevano indotto a trascurare
l’educazione dei figli, abbandonandoli alle loro tendenze naturali. Il
lassismo li dominò a tal punto da indebolire il loro senso di respon-
sabilità nei riguardi dei compiti più sacri. Essi non avevano imparato
il rispetto dell’autorità paterna, e quindi non compresero la necessità
di un’ubbidienza scrupolosa alle richieste di Dio. L’atteggiamento
accondiscendente di Aronne li indusse alla trasgressione e li espose
al giudizio divino.
Dio voleva insegnare al popolo che è necessario avvicinarsi a lui
con rispetto e timore, nelle forme che Egli aveva indicato. Il Signore
non poteva accettare un’ubbidienza parziale. In quel momento di
solenne adorazione, era impensabile che tutto non si svolgesse come
Dio aveva ordinato. Egli aveva pronunciato una maledizione su chi si
fosse allontanato dai suoi comandamenti, confondendo il sacro con
il profano. Attraverso il profeta Isaia, il Signore dichiara: “Guai a
quelli che chiaman bene il male, e male il bene, che mutan le tenebre
in luce e la luce in tenebre... Guai a quelli che si reputano savi e
si credono intelligenti... perché hanno rigettata la legge dell’Eterno
degli eserciti, e hanno sprezzata la parola del Santo dell’Eterno”
(
Isaia 5:20, 21, 24
).
Nessuno si inganni, pensando che alcuni comandamenti di Dio
siano secondari: egli non accetterà un surrogato di ciò che ha ri-
chiesto. Il profeta Geremia domanda: “Chi mai dice una cosa che
s’avveri, se il Signore non l’ha comandato?” (
Lamentazioni 3:37
).
Nessuno degli ordini che Dio ha inserito nella sua Parola può essere
trasgredito senza provocare conseguenze. Ogni scelta diversa da
quella di una completa ubbidienza “finisce col menare alla morte”
(
Proverbi 14:12
).
“E Mosè disse ad Aronne, ad Eleazar e ad Ithamar, suoi figliuoli: