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Patriarchi e profeti
Non affidò le sue prescrizioni alla memoria di un popolo che
avrebbe ben presto potuto dimenticarle: le scrisse su tavole di pietra,
per eliminare ogni possibilità di confusione con le tradizioni pagane
e con gli ordinamenti e i costumi umani. Non si limitò a dare loro
i precetti del Decalogo; conosceva la tendenza del popolo a sviarsi
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con facilità e per questo gli offrì una salvaguardia contro ogni genere
di tentazioni.
Il Signore ordinò dunque a Mosè di stilare giudizi e leggi detta-
gliate sui doveri degli israeliti nei confronti di Dio, degli stranieri e
dei rapporti interpersonali. Si trattava semplicemente di ampliamenti
e applicazioni pratiche dei princìpi dei dieci comandamenti destinati
a evitare qualsiasi errore. Lo scopo di queste disposizioni era di
salvaguardare la sacralità della legge scolpita sulle tavole di pietra.
Dopo il peccato Dio diede ad Adamo la legge. Noè si mantenne
fedele alle norme divine, Abramo le osservò: se ogni uomo avesse
ubbidito a questi insegnamenti non sarebbe stato necessario istituire
il rito della circoncisione. Se i discendenti di Abramo, infatti, avesse-
ro osservato il patto, di cui la circoncisione era solo un segno, i culti
pagani non li avrebbero attratti e non avrebbero dovuto affrontare la
schiavitù in Egitto. Se gli israeliti avessero sempre ricordato la legge
di Dio non sarebbe stato necessario annunciarla al Sinai e inciderla
su tavole di pietra. Infine, se il popolo avesse messo in pratica i
princìpi dei dieci comandamenti, non sarebbero state necessarie le
ulteriori disposizioni che Dio diede a Mosè.
I discendenti di Adamo profanarono anche il sistema dei sacrifici
rivelato ad Adamo. Superstizione, idolatria, crudeltà e dissolutezza
alterarono i sacrifici semplici e significativi che Dio aveva istituito.
Al Sinai, il Signore diede istruzioni precise sul rituale dei sacrifici
perché gli israeliti, per molti anni in contatto con una cultura pagana,
avevano inserito nel loro culto pratiche religiose estranee. Quando il
santuario fu completato, il Signore parlò a Mosè dalla nube di gloria
che si manifestava sopra il propiziatorio, e gli diede precise istruzioni
riguardanti il rituale delle offerte e del culto che doveva essere
osservato nel santuario. In questo modo Mosè ricevette la legge
cerimoniale che poi trascrisse in un libro. I dieci comandamenti,
annunciati al Sinai, erano stati scritti da Dio stesso su tavole di pietra,
che vennero gelosamente conservate nell’arca.
Molti cercano di confondere questi due sistemi legislativi, rife-