La legge e le alleanze
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Al Sinai, in una grandiosa manifestazione di gloria, Gesù an-
nunciò a Israele i dieci comandamenti e li consegnò a Mosè, incisi
su tavole di pietra. Fu il Cristo a parlare al suo popolo attraverso i
profeti. L’apostolo Pietro, scrivendo alla comunità dei primi cristiani,
afferma che i profeti “... profetizzarono della grazia a voi destinata.
Essi indagavano qual fosse il tempo e quali le circostanze in cui lo
Spirito di Cristo che era in loro accennava, quando anticipatamente
testimoniava delle sofferenze del Cristo, e delle glorie che dovevano
seguire” (
1Pietro 1:10, 11
).
La voce del Cristo ci parla attraverso l’Antico Testamento. “...
La testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia” (
Apocalisse
19:10
).
Durante la sua vita terrena, nei suoi insegnamenti Gesù cercò
spesso di attrarre l’attenzione degli uomini sull’Antico Testamento.
Infatti, disse agli ebrei: “Voi investigate le Scritture perché pensate
aver per mezzo d’esse vita eterna, ed esse sono quelle che rendon
testimonianza di me” (
Giovanni 5:39
). All’epoca i libri dell’Anti-
co Testamento costituivano l’intera Bibbia. Gesù affermò anche:
“Hanno Mosè e i profeti; ascoltin quelli” e poi aggiunse: “... Se non
ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se
uno dei morti risuscitasse” (
Luca 16:29, 31
).
Il Cristo diede agli israeliti anche la legge cerimoniale. Nono-
stante non dovesse più essere osservata, Paolo la presentò agli ebrei
nel suo reale valore, spiegandone la funzione all’interno del piano
della salvezza e i rapporti con l’opera del Cristo. Il grande apostolo
definì questa legge gloriosa, degna del suo autore. Il solenne ritua-
le del santuario rappresentava simbolicamente le grandi verità che
sarebbero state rivelate alle generazioni future. La nube d’incenso
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che saliva ad accompagnare le preghiere d’Israele simboleggiava la
giustizia del Cristo, la sola che può indurre Dio ad accettare le ri-
chieste degli uomini colpevoli. La vittima sanguinante sull’altare dei
sacrifici raffigurava il Redentore futuro; infine, nel luogo santissimo
viventi per darcele” (
Atti 7:38
). Egli era l’Angelo della promessa di Dio (cfr.
Isaia 63:9
),
l’Angelo che manifestava il nome dell’Eterno (cfr.
Esodo 23:20-23
). Questa espressione
può riferirsi soltanto al Figlio di Dio. E’ anche chiamato la Parola di Dio (cfr.
Giovanni
1:1-3l
) perché Dio si è rivelato all’uomo in tutte le epoche sempre attraverso il Cristo.
Fu il suo spirito che ispirò i profeti (cfr.
1Pietro 1:10, 11
). Egli venne rivelato loro come
l’Angelo dell’Eterno, il Capitano dell’esercito del Signore, l’Arcangelo Michele.