Pagina 359 - Patriarchi e profeti (1998)

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Dal Sinai a Kades
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dirigere la marcia secondo gli spostamenti indicati dalle trombe. Chi
trascurava l’esecuzione di un ordine veniva punito con la morte.
L’Eterno è un Dio d’ordine. Tutto ciò che ha a che fare con lui
è perfetto: i movimenti degli angeli sono regolati in modo preciso
e accurato. Dio vuole che anche nella sua chiesa tutto si svolga in
modo ordinato e organizzato, con la stessa disciplinata precisione
a cui furono sottoposti gli israeliti. Quanti lavorano per lui devono
operare con intelligenza, mai in modo approssimativo o senza un
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programma preciso. Se agiamo con fede, in modo diligente e accura-
to, il Signore unirà ai nostri sforzi il suo sostegno. Dio stesso guidò
gli israeliti lungo il cammino. Quando dovevano fermarsi, la nuvola
si abbassava per indicare il luogo dell’accampamento, e rimaneva
sul santuario per tutto il tempo della sosta; quando era giunto il mo-
mento della partenza, essa si sollevava dal terreno. Nel momento in
cui la marcia si arrestava o ripartiva, veniva pronunciata una solenne
invocazione: “Quando l’arca partiva, Mosè diceva: Levati, o Eterno,
e siano dispersi i tuoi nemici, e fuggano dinanzi alla tua presenza
quelli che t’odiano! E quando si posava diceva: Torna, o Eterno, alle
miriadi delle schiere d’Israele!” (
Numeri 10:35, 36
).
Undici giorni di cammino separavano il monte Sinai da Kades,
al confine con Canaan. La nuvola diede il segnale della partenza
e gli israeliti si misero in cammino, convinti che presto sarebbero
entrati nella terra promessa. L’Eterno li aveva liberati dall’Egitto in
modo miracoloso. Ma dopo il giuramento e il patto, al Sinai, essi
erano diventati formalmente il popolo scelto da Dio, e quindi si
aspettavano benedizioni straordinarie.
Molti però erano restii a lasciare il luogo in cui erano stati accam-
pati per così tanto tempo. La regione del Sinai ormai era diventata
quasi la loro patria. Quei contrafforti di granito erano stati il rifu-
gio d’Israele, presso il quale Dio aveva riunito a sé il suo popolo,
scegliendolo fra tutte le nazioni, per ricordargli la sua santa legge.
Gli ebrei amavano contemplare la montagna sacra: su quegli aspri
crinali, su quelle alte vette il Signore aveva spesso manifestato la
sua gloria. Quello scenario era strettamente legato all’idea della
presenza di Dio e degli angeli e suggeriva un tale senso di sacralità
che sembrava impossibile abbandonare quei luoghi con gioia e senza
rimpianto.
I trombettieri diedero il segnale, e tutti gli israeliti si misero in