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Patriarchi e profeti
ne, e provvedere di carne il suo popolo. Perciò l’Eterno, avendoli
uditi, s’adirò fieramente...” (
Salmo 78:18-21
). Durante il viaggio
dal mar Rosso al Sinai, si erano verificate spesso proteste e rivolte,
ma Dio aveva avuto compassione dell’ignoranza e della cecità degli
israeliti e non li aveva puniti. A Horeb, essi erano stati testimoni
della straordinaria manifestazione di un Dio potente e misericordio-
so: questo privilegio rendeva molto più grave il loro atteggiamento
scettico e contestatario. A Horeb, infatti, gli ebrei avevano giurato
di ubbidire a Dio e di riconoscere la sua autorità. La protesta si
stava invece trasformando in aperta ribellione. Per proteggere il suo
popolo dall’anarchia e dalla rovina, Dio fu costretto a prevedere una
punizione immediata ed esemplare. “... Il fuoco dell’Eterno divampò
tra loro e divorò l’estremità del campo” (
Numeri 11:1
). I maggiori
responsabili della contestazione furono uccisi dalla nuvola di Dio.
La gente, assalita dal terrore, supplicò Mosè di pregare il Signore.
Egli ubbidì, e il fuoco si estinse. In ricordo di quella punizione, il
luogo fu chiamato Taberath, cioè “incendio”.
Tuttavia la situazione precipitò ulteriormente. I sopravvissuti
alla terribile condanna divina, invece di pentirsi e adottare un at-
teggiamento più docile, intensificarono la loro protesta. In tutto
l’accampamento la gente si riuniva davanti alle tende, piangeva e
si lamentava. “E l’accozzaglia di gente raccogliticcia ch’era fra il
popolo, fu presa da concupiscenza; e anche i figliuoli d’Israele co-
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minciarono a piagnucolare e a dire: Chi ci darà da mangiare della
carne? Ci ricordiamo de’ pesci che mangiavamo in Egitto per nulla,
dei cocomeri, de’ poponi, de’ porri, delle cipolle e degli agli. E ora
l’anima nostra è inaridita; non c’è più nulla! Gli occhi nostri non
vedon altro che questa manna” (
Numeri 11:4-6
). Così gli israeliti
espressero la loro insoddisfazione per il cibo che il Signore offriva.
Parole come queste erano ingiuste, anche perché tutti erano testi-
moni del fatto che, nonostante le difficoltà quotidiane, non vi era un
solo malato in Israele: la manna era davvero un alimento adeguato
alle loro necessità.
Ascoltando quelle proteste, Mosè provò un profondo scorag-
giamento. Aveva implorato Dio di non distruggere Israele, perché
potesse diventare una grande nazione. Amava quella gente a tal
punto che aveva pregato il Signore di salvarli anche se avesse dovuto
rinunciare alla sua salvezza eterna. Aveva rischiato tutto, per amore