Pagina 365 - Patriarchi e profeti (1998)

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Dal Sinai a Kades
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sponsabilità, non si erano riuniti con i loro fratelli, davanti al san-
tuario. Lo Spirito di Dio li investì nel luogo in cui si trovavano, e
anch’essi iniziarono a profetizzare. Giosuè fu informato del fatto,
e volle indagare su questa irregolarità, temendo che potesse creare
delle polemiche. Desiderando difendere il prestigio del suo capo,
egli disse: “... Mosè, signor mio, non glielo permettere! Ma Mosè
rispose: Sei tu geloso per me? Oh fossero pur tutti profeti nel popo-
lo dell’Eterno, e volesse l’Eterno mettere su loro lo Spirito Suo!”
(
Numeri 11:28, 29
).
Un forte vento proveniente dal mare portò stormi di quaglie “...
e le fe’ cadere presso il campo, sulla distesa di circa una giornata di
cammino da un lato e una giornata di cammino dall’altro intorno al
campo, a una altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo”
(
Numeri 11:31
). Per tutta la giornata, la notte e il giorno successivo
il popolo si impegnò per raccogliere quell’immensa quantità di cibo,
ottenuto per miracolo. “Chi ne raccolse meno n’ebbe dieci omer”.
Ciò che non fu utilizzato subito venne fatto essiccare, perché potesse
bastare a nutrire il popolo per un mese intero, come l’Eterno aveva
promesso.
Dio aveva dato agli israeliti qualcosa che certo non rispondeva
perfettamente alle esigenze della loro salute. La loro ostinazione nel
richiedere la carne aveva infine indotto il Signore a concederla. Gli
ebrei avevano disprezzato l’alimento che era stato fornito per il loro
benessere. Ora che le loro proteste erano state soddisfatte, avrebbero
subìto le conseguenze di quella richiesta. Durante i festeggiamenti,
infatti, mangiarono una tale quantità di carne che gli effetti di quegli
eccessi non si fecero attendere. “... E l’Eterno percosse il popolo
con una gravissima piaga” (
Numeri 11:33
).
Molti furono stroncati da una febbre altissima: i più colpevoli
tra i contestatori ne furono colpiti non appena assaggiarono il cibo
che avevano desiderato con tanta avidità. Ad Hatseroth, la sosta
successiva a Taberah, Mosè avrebbe dovuto affrontare una prova
ancora più difficile. Suo fratello e sua sorella, Aronne e Maria,
avevano sempre avuto una posizione di grande onore e autorità in
Israele. Entrambi avevano ricevuto da Dio la capacità di profetizzare:
seguendo la volontà di Dio, avevano appoggiato Mosè per liberare
gli israeliti dalla schiavitù. “... Mandai davanti a te Mosè, Aronne e
Maria” (
Michea 6:4
): queste sono le parole del Signore, pronunciate
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