Dal Sinai a Kades
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aveva alimentato ulteriormente il suo orgoglio. “Essi infatti dissero:
L’Eterno ha Egli parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha Egli
parlato anche per mezzo nostro?...” (
Numeri 12:2
). Aronne e Miriam
si consideravano ugualmente favoriti da Dio e si sentivano investiti
della stessa autorità di Mosè.
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Miriam, infine, cedette al malcontento e trovò alcuni pretesti
per criticare fatti che in realtà Dio stesso aveva voluto. Ella aveva
disapprovato il matrimonio di Mosè, perché riteneva che la scelta
di una donna straniera fosse un’offesa per la sua famiglia e per
l’orgoglio nazionale. Di conseguenza, Miriam trattava Sefora con
malcelato disprezzo.
Anche se nella Bibbia viene indicata come una “donna cusci-
ta”, la moglie di Mosè era una madianita, e come tale discendente
di Abramo. Aveva un aspetto diverso da quello degli ebrei, e una
carnagione più scura. Tuttavia, pur non essendo un’israelita, Sefora
credeva in Dio. Era una donna timida e riservata, cordiale e affettuo-
sa, molto sensibile alla sofferenza. Per questo motivo Mosè aveva
voluto che ritornasse a Madian, quando si era recato in Egitto. Desi-
derava risparmiarle il dolore di assistere ai castighi che avrebbero
colpito gli egiziani.
In seguito, quando Sefora raggiunse suo marito nel deserto, dopo
la liberazione d’Israele, aveva constatato che il peso della respon-
sabilità rischiava di schiacciarlo. La donna aveva condiviso questa
preoccupazione con Iethro, suo padre, che aveva dato a Mosè alcuni
utili consigli organizzativi. Da questo episodio era nata la profonda
antipatia di Miriam per Sefora. Risentita per non essere stata presa
in considerazione, insieme ad Aronne, Miriam pensava che Sefora
avesse indotto Mosè a escluderli dalle sue decisioni. Anche in questo
caso, se Aronne avesse difeso con fermezza la verità, avrebbe potuto
impedire una disgrazia. Invece di indicare a Miriam il suo errore,
egli l’appoggiò: ascoltò le sue lamentele e finì per condividerne i
sentimenti.
Mosè sopportò le accuse di Miriam e Aronne con pazienza, in
silenzio. Nei lunghi anni trascorsi a Madian, lavorando duramente,
aveva imparato a essere umile e tollerante. Questa esperienza gli
aveva permesso di affrontare con pazienza lo scetticismo e le conte-
stazioni del popolo, l’orgoglio e l’invidia di coloro che avrebbero
dovuto essere i suoi collaboratori più fidati. “Mosè era un uomo mol-