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Patriarchi e profeti
Le dieci spie bugiarde, colpite dalla condanna divina, morirono sotto
gli sguardi di tutti. Nel loro destino, ogni israelita poteva leggere un
giudizio su se stesso.
Gli ebrei sembravano sinceramente pentiti: in realtà, ciò che li
addolorava era il risultato della loro condotta colpevole e non la
consapevolezza della propria ingratitudine e disubbidienza. Quando
capirono che Dio non sarebbe ritornato sulla sua decisione, la loro
abituale caparbietà emerse ancora una volta. Il popolo dichiarò che
non avrebbe più seguito Mosè nel deserto. Nell’ordinare il ritorno
nel deserto, e l’abbandono di quella terra nemica, Dio voleva as-
sicurarsi che gli israeliti avessero imparato a ubbidire: la reazione
dimostrò che la loro sottomissione era solo apparente. Essi sapevano
di essere colpevoli: si erano lasciati trasportare dalla collera e ave-
vano tentato di uccidere le spie che li invitavano a ubbidire a Dio.
Tuttavia, ciò che ora li terrorizzava era la scoperta di avere com-
messo un errore terribile, che avrebbe avuto conseguenze disastrose.
Non erano affatto cambiati: alla prossima occasione, sarebbe stato
sufficiente un pretesto per innescare un’altra rivolta. Infatti accadde
proprio così non appena Mosè, come portavoce di Dio, ordinò loro
di ritornare nel deserto.
Per Mosè, Aronne, Caleb e Giosuè la decisione con cui il Signore
vietava per quarant’anni a Israele l’ingresso nella terra promessa,
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rappresentò un’amara delusione, ma essi l’accettarono senza prote-
stare. Al contrario, quanti si erano lamentati del trattamento che Dio
aveva loro riservato, dichiarando di voler ritornare in Egitto, piansero
e protestarono per aver perduto dei benefici che fino a quel momento
avevano disprezzato. In precedenza le loro lamentele erano state
ingiustificate: ora avevano un valido motivo per piangere. Se gli
ebrei avessero provato dolore per la loro colpa, quando era risultata
evidente, quella sentenza non sarebbe mai stata pronunciata. Invece,
essi rifiutarono la condanna del loro comportamento: il dolore che
dimostravano non derivava dal pentimento e non poteva spingere
Dio a revocare la punizione.
Il popolo pianse per tutta la notte; il mattino dopo in molti si
fece strada una speranza. Essi pensavano di poter rimediare alla viltà
dimostrata. Quando l’Eterno aveva ordinato di passare il confine
della terra promessa e conquistarla, tutti avevano rifiutato. Ora Egli
aveva proibito di entrarvi e gli ebrei, ancora una volta, scelsero di