Pagina 380 - Patriarchi e profeti (1998)

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Capitolo 35: La ribellione di Kore
La condanna all’esilio nel deserto ebbe l’effetto di reprimere le
proteste e le rivolte tra gli israeliti, ma solo per qualche tempo. La
loro volontà di ribellarsi non era diminuita e sarebbe riemersa con
amarissime conseguenze. I precedenti disordini erano stati provocati
dalla violenta reazione di una folla eccitata. Ora invece si preparava
una vera e propria cospirazione, organizzata per sovvertire l’ordine
e mettere in discussione l’autorità dei capi scelti da Dio.
Kore, l’ispiratore di questa rivolta, era un uomo intelligente e
influente; era un levita della famiglia di Kehath, cugino di Mosè. Non
era soddisfatto del suo incarico, nel servizio del santuario, perché
aspirava al sacerdozio.
Il conferimento della funzione sacerdotale ad Aronne e ai suoi
discendenti - inizialmente affidata al primogenito di ogni famiglia -
aveva suscitato invidia e malcontento. Per un certo periodo di tempo
Kore non aveva voluto esporsi a rischi, ribellandosi apertamente.
Così, per qualche tempo, si era opposto all’autorità di Mosè e Aron-
ne soltanto in modo velato. Poi elaborò un piano audace per minare
l’autorità religiosa e civile. Le sue idee non tardarono a trovare
un’eco in Dathan e Abiran, due prìncipi della tribù di Ruben. Secon-
do le disposizioni di Mosè, questo gruppo si accampava a sud del
santuario, vicino alle tende della famiglia di Kore. Dathan e Abiran
in breve tempo idearono insieme a Kore un piano ambizioso: come
discendenti del figlio maggiore di Giacobbe, rivendicarono il potere
civile e decisero di dividere con Kore gli onori del sacerdozio.
Il malcontento che serpeggiava tra il popolo favorì i disegni
di Kore. Nell’animo degli ebrei, amareggiati dalla sconfitta, erano
riemersi i sentimenti che avevano causato la precedente rivolta:
dubbio, invidia e collera. Ancora una volta, essi protestarono contro
il loro paziente capo. Stavano perdendo la consapevolezza del fatto
che Dio stesso li guidava; avevano dimenticato che l’Angelo del
patto era il loro capo invisibile. Quella grande nuvola simile a una
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