La ribellione di Kore
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colonna, nascondeva un essere soprannaturale che li precedeva e
suggeriva a Mosè tutte le direttive.
In realtà, gli israeliti non volevano accettare la terribile condanna
di morire nel deserto. Erano pronti a cogliere ogni pretesto per
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attribuire a Mosè, e non a Dio, le responsabilità e le colpe della
conduzione del popolo. I migliori sforzi dell’uomo più paziente
della terra non poterono vincere lo spirito sovversivo d’Israele. Il
ricordo delle vittime della precedente rivolta era ancora vivo, tra la
gente, come monito della disapprovazione di Dio nei loro confronti.
Nonostante ciò, gli ebrei sottovalutarono il significato della lezione,
e ancora una volta furono vinti dalla tentazione.
Quando era un semplice pastore, Mosè aveva vissuto un’esi-
stenza molto più felice e serena di quella di capo di un popolo
ribelle. Tuttavia, egli non aveva avuto scelta. Al posto del bastone
di pastore, aveva ricevuto la suprema autorità su Israele: non poteva
abbandonare il suo compito, finché Dio non lo avesse permesso.
Ma il Signore conosce anche i pensieri più segreti degli uomini.
Egli aveva compreso i propositi di Kore e dei suoi compagni e
aveva dato agli israeliti avvertimenti e indicazioni grazie ai quali
avrebbero potuto evitare di lasciarsi coinvolgere nel complotto. Il
popolo aveva assistito alla punizione con cui Miriam era stata colpita
per la sua invidia e le sue proteste contro Mosè. Il Signore stesso
lo aveva dichiarato superiore a un profeta. “Con lui io parlo a tu
per tu, facendomi vedere” aveva detto l’Eterno, aggiungendo: “...
Perché dunque non avete temuto di parlar contro il mio servo, contro
Mosè?” (
Numeri 12:8
). Questi rimproveri non erano validi solo per
Aronne e Miriam, ma per tutto l’accampamento.
Kore e gli altri cospiratori avevano avuto il privilegio di assistere
a straordinarie manifestazioni della potenza e della grandezza di Dio.
Essi erano stati fra coloro che insieme a Mosè erano saliti sul monte
Sinai per contemplare la gloria divina. Ma da allora qualcosa era
cambiato. La tentazione del potere, all’inizio solo accarezzata, si era
radicata in questi uomini, diventando sempre più forte. Kore, Dathan
e Abiran finirono per essere sedotti dalla loro stessa ambizione:
con la mente ormai ossessionata dal male, decisero di realizzare un
progetto pericoloso. Affermando di avere profondamente a cuore
il bene del popolo, in tutta segretezza seminarono il malcontento,
riuscendo a coinvolgere perfino i capi d’Israele. Incoraggiati dalla