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Patriarchi e profeti
coloro che erano stati consacrati per quel sacro compito potevano
officiare nel santuario. Perfino i sacerdoti Nadab e Abihu erano stati
uccisi per aver osato offrire “fuoco estraneo”, trasgredendo l’ordine
divino. Mosè sfidò i suoi accusatori: voleva vedere se avrebbero
avuto il coraggio di sottoporre le loro rivendicazioni al giudizio di
Dio.
Rivolgendosi a Kore e ai leviti a lui fedeli, Mosè disse: “È egli
poco per voi che l’Iddio d’Israele v’abbia appartati dalla raunanza
d’Israele e v’abbia fatto accostare a sé per fare il servizio del taberna-
colo dell’Eterno e per tenervi davanti alla raunanza affin d’esercitare
a pro suo il vostro ministerio? Egli vi fa accostare a sé, te e tutti i
tuoi fratelli figliuoli di Levi con te, e cercate anche il sacerdozio?
E per questo tu e tutta la gente che è teco vi siete radunati contro
l’Eterno! Poiché chi è Aronne che vi mettiate a mormorare contro
di lui?” (
Numeri 16:9-11
).
Dathan e Abiram non avevano usato la stessa arroganza di Kore:
Mosè pensava che essi fossero stati coinvolti nella congiura, senza
tuttavia esserne pienamente convinti. E quindi li convocò per ascolta-
re le accuse che gli rivolgevano. Ma non vollero venire e rifiutarono
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di riconoscere la sua autorità. Parlando ad alta voce, in modo da farsi
udire dalla folla dei presenti, pronunciarono queste frasi insolenti:
“È egli poco per te l’averci tratti fuori da un paese ove scorre il latte
e il miele, per farci morire nel deserto, che tu voglia anche farla da
principe, sì, da principe su noi? E poi, non ci hai davvero condotti in
un paese dove scorra il latte e il miele, e non ci hai dato possessi di
campi e di vigne! Credi tu di poter rendere cieca questa gente? Noi
non saliremo” (
Numeri 16:13, 14
).
Per indicare l’Egitto, il paese della schiavitù, essi avevano usato
proprio le parole con le quali Dio aveva descritto la terra promessa.
Accusarono Mosè di sostenere la propria autorità pretendendo di
agire sotto la guida divina; dichiararono che non gli avrebbero più
ubbidito, lasciandosi guidare come ciechi verso il deserto o verso
Canaan, solo per soddisfare i capricci di un capo ambizioso. Co-
lui che si era comportato come un padre premuroso e un pastore
paziente veniva ora descritto come un oscuro tiranno e un usurpato-
re. Perfino la responsabilità dell’esclusione da Canaan, determinata
dalla precedente ribellione, fu attribuita a Mosè.
I congiurati erano riusciti ad attirare su di sé le simpatie del