Pagina 385 - Patriarchi e profeti (1998)

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La ribellione di Kore
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popolo, ma Mosè non cercò di vendicarsi. Davanti a tutti gli israe-
liti egli si rivolse solennemente a Dio, affinché testimoniasse della
sincerità delle sue motivazioni e dell’onestà della sua condotta, e
implorò il giudizio divino.
La mattina seguente i duecentocinquanta princìpi, con Kore alla
testa, si presentarono davanti al santuario con gli incensieri e furono
condotti nel cortile, mentre il popolo si riuniva intorno per attendere
il verdetto. Mosè non desiderava che l’assemblea d’Israele assistesse
alla sconfitta di Kore e dei suoi compagni; ma furono proprio questi
ultimi che, con cieca presunzione, vollero che tutti assistessero al
loro trionfo. Molti si schierarono dalla parte di Kore, sicuri di averla
vinta su Aronne.
Quando i ribelli furono davanti a Dio “... la gloria dell’Eterno
apparve a tutta la raunanza”. Il Signore comunicò a Mosè e Aronne
questo avvertimento: “Separatevi da questa raunanza, e io li consu-
merò in un attimo... Ma essi, prostratisi con la faccia a terra, dissero:
O Dio, Dio degli spiriti d’ogni carne! Un uomo solo ha peccato, e ti
adireresti tu contro tutta la raunanza?” (
Numeri 16:21, 22
). Kore si
era appena allontanato dalla folla per raggiungere Dathan e Abiram
quando Mosè, accompagnato dai settanta anziani, rivolse al gruppo
dei ribelli l’ultimo appello. Molti ubbidirono all’invito. Prima di
pronunciare questo messaggio, Mosè aveva ordinato da parte di Dio:
“... Allontanatevi dalle tende di questi uomini malvagi, e non toccate
nulla di ciò che è loro, affinché non abbiate a perire a cagione di
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tutti i loro peccati” (
Numeri 16:26
). Il popolo ubbidì per paura di
una catastrofe imminente. I capi ribelli si videro abbandonati, ma
la loro arroganza non diminuì. Rimasero in piedi davanti alle loro
tende, circondati dalle famiglie, sfidando il giudizio divino.
Allora Mosè dichiarò in nome del Dio d’Israele, davanti a tutto
il popolo: “Da questo conoscerete che l’Eterno mi ha mandato per
fare tutte queste cose, e che io non le ho fatte di mia testa. Se questa
gente muore come muoion tutti gli uomini, se la loro sorte è la
sorte comune a tutti gli uomini, l’Eterno non mi ha mandato; ma
se l’Eterno fa una cosa nuova, se la terra apre la sua bocca e li
ingoia con tutto quello che appartiene loro e s’essi scendon vivi nel
soggiorno dei morti, allora riconoscerete che questi uomini hanno
disprezzato l’Eterno” (
Numeri 16:28-30
).
Tutti gli israeliti avevano lo sguardo fisso su Mosè e attendevano