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Patriarchi e profeti
israeliti avevano pagato con la vita la loro protesta.
Il Signore stava per fornire una nuova legittimazione al conferi-
mento del sacerdozio alla famiglia di Aronne. Ognuna delle dodici
tribù, per ordine divino, doveva preparare un bastone sul quale scri-
vere il proprio nome: su quella di Levi fu scolpito il nome di Aronne.
I bastoni furono posti nel santuario, “davanti alla testimonianza”.
Dio avrebbe fatto fiorire il bastone della tribù a cui era stato asse-
gnato il sacerdozio. L’indomani “... la verga d’Aronne per la casa di
Levi aveva fiorito, gettato dei bottoni, sbocciato dei fiori e maturato
delle mandorle” (
Numeri 17:8
). Questo segno doveva dimostrare al
popolo la sacralità dell’elezione di Aronne: il bastone miracoloso fu
conservato nel santuario, perché costituisse una testimonianza anche
per le generazioni future. La disputa sul sacerdozio si era risolta.
A questo punto il fatto che Mosè e Aronne avessero parlato
perché investiti dell’autorità divina era inconfutabile; gli israeliti
erano costretti a rassegnarsi alla condanna a morire nel deserto. “...
Ecco” esclamarono “periamo! Siam perduti, siam tutti perduti!”
(
Numeri 17:12
). Confessarono di avere commesso un errore nel
ribellarsi ai propri capi e riconobbero che la punizione di Kore e dei
suoi compagni era stata giusta.
Kore era animato, anche se su scala ridotta, dallo stesso spirito
che aveva caratterizzato la ribellione di Satana. L’orgoglio e l’ambi-
zione avevano spinto Lucifero a lamentarsi del governo di Dio e a
cercare di sovvertire l’ordine del cielo. Fin dal fallimento di questo
suo primo tentativo, egli si sforzò di infondere anche negli uomini
l’invidia, la discordia e l’ambizione. Con questo obiettivo, Satana
influenzò Kore, Dathan e Abiram, facendo leva sul loro orgoglio
per fomentare gelosie, sospetto e ribellione. Satana fece in modo
che essi rifiutassero l’autorità degli uomini che il Signore aveva
nominato, e quindi anche la sovranità di colui che li aveva scelti.
Lamentandosi di Mosè e Aronne, i ribelli offendevano Dio. Accecati
dal loro errore, erano assolutamente convinti di essere nel giusto:
Satana li spinse ad accusare di disonestà proprio le persone che,
fedeli ai princìpi divini, avevano denunciato la loro condotta.
I mali che provocarono la rovina di Kore esistono anche oggi.
L’orgoglio e l’ambizione sono sentimenti molto diffusi. Quando un
uomo li accetta e li coltiva, finisce per essere dominato dall’invidia
e dalla volontà di calpestare i suoi simili: i pensieri si allontanano
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