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Patriarchi e profeti
infine trovarono motivi per essere scontenti di tutto. Il genere di vita
che avevano condotto in Egitto finì per sembrare loro più felice e
attraente della libertà e del possesso della terra promessa.
Il malcontento degli israeliti era ormai così profondo che avevano
da ridire perfino sulle benedizioni che Dio aveva offerto loro. “E il
popolo parlò contro Dio e contro Mosè, dicendo: Perché ci avete
fatti salire fuori d’Egitto per farci morire in questo deserto? Poiché
qui non c’è né pane né acqua, e l’anima nostra è nauseata di questo
cibo tanto leggero” (
Deuteronomio 21:5
).
Con grande onestà, Mosè presentò agli israeliti il loro grave erro-
re. Solo grazie all’intervento di Dio Israele era sopravvissuto in quel
“grande e terribile deserto, pieno di serpenti ardenti e di scorpioni,
terra arida, senza acqua...” (
Deuteronomio 8:15
). Per amore, il Signo-
re aveva protetto il suo popolo ogni giorno, durante il pellegrinaggio
nel deserto, intervenendo in modo miracoloso. Sempre, lungo la
strada in cui Dio li aveva guidati, gli ebrei avevano trovato acqua per
soddisfare la loro sete, pane dal cielo per nutrirsi, pace e sicurezza di
giorno sotto la nuvola, e di notte presso la colonna di fuoco. Quando
si arrampicavano sulle rocce e percorrevano gli infuocati sentieri del
deserto, gli angeli erano stati al loro fianco. Nonostante le difficoltà
affrontate, fra le file non c’era un solo malato. Durante quella lunga
marcia i loro piedi non si erano mai gonfiati e i loro abiti non si
erano consumati; Dio li aveva protetti dalle bestie feroci e dai rettili
velenosi della foresta e del deserto. Se tutte queste manifestazioni di
amore non erano state sufficienti a far tacere le proteste, il Signore
avrebbe cessato di proteggere gli israeliti. In questo modo, forse,
essi avrebbero apprezzato i privilegi di cui avevano goduto: allora si
sarebbero rivolti di nuovo a Dio, umiliati e pentiti.
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Grazie all’intervento divino, gli ebrei non si erano mai accorti
dei tanti pericoli che continuamente li avevano minacciati. Ingrati
e scettici, avevano pensato di poter vincere anche la morte. Ma ora
il Signore avrebbe permesso che fossero colpiti. I serpenti velenosi
che infestavano il deserto, venivano chiamati “serpenti ardenti” per
i terribili effetti che produceva il loro morso: una violenta infiam-
mazione e una morte rapida. Quando la mano protettrice di Dio si
allontanò dal popolo, moltissimi israeliti furono attaccati da questi
rettili velenosi.
L’accampamento cadde in preda al terrore e alla confusione. In