Pagina 415 - Patriarchi e profeti (1998)

Basic HTML Version

Il viaggio intorno a Edom
411
quasi tutte le tende vi erano morti o moribondi; nessuno era al sicuro.
Spesso il silenzio della notte era interrotto dalle urla strazianti di
nuove vittime. Tutti erano impegnati nel soccorso dei sofferenti, o
nell’ansioso tentativo di proteggere coloro che non erano stati ancora
morsi. La gente non protestava più. Di fronte a quelle sofferenze, le
difficoltà del passato sembravano del tutto trascurabili.
Gli israeliti si umiliarono davanti a Dio e andarono da Mosè, sup-
plicandolo di intervenire. Essi confessarono: “... Abbiamo peccato,
perché abbiam parlato contro l’Eterno e contro te...” (
Deuteronomio
8:7
). Solo poco tempo prima lo avevano accusato di essere il loro
peggiore nemico, la causa di tutti i problemi e di tutte le afflizioni.
Tuttavia, perfino mentre muovevano queste accuse sapevano di avere
torto; appena sopraggiungeva una difficoltà reale, si rivolgevano a
Mosè come all’unica persona che poteva intercedere presso Dio in
loro favore. Così essi gridarono: “... Prega l’Eterno che allontani da
noi questi serpenti” (
Deuteronomio 8:7
).
Mosè ricevette da Dio l’ordine di forgiare un serpente di ra-
me simile a quelli che infestavano il campo, ed esporlo in alto, in
modo che tutti potessero vederlo. Chiunque fosse stato morso dai
serpenti velenosi, guardando quella scultura, sarebbe stato guarito.
In breve tempo, la notizia di una possibilità di guarigione si diffuse
rapidamente nell’accampamento. Molti israeliti erano già morti, e
quando Mosè issò il serpente in cima a un palo, alcuni non vollero
credere che un semplice sguardo rivolto verso quell’immagine di
metallo li avrebbe guariti. Queste persone morirono a causa del loro
scetticismo.
Tuttavia, la maggior parte del popolo credette nel rimedio che
Dio aveva indicato. Padri, madri, fratelli, sorelle si impegnarono
nell’ansioso tentativo di aiutare gli amici sofferenti e agonizzanti a
fissare lo sguardo ormai spento sul serpente. Quanti avrebbero guar-
dato anche una sola volta il serpente, pur essendo ormai indeboliti o
morenti, sarebbero stati completamente guariti.
[364]
Gli israeliti sapevano bene che il serpente di rame non aveva il
potere intrinseco di guarire coloro che lo guardavano: la guarigione
veniva solo dalla fede in Dio. Con grande saggezza, Egli aveva scelto
questo semplice mezzo per manifestare la sua potenza e per ricor-
dare al popolo che quelle sofferenze erano una conseguenza della
trasgressione. Gli ebrei dovevano confidare nel fatto che se avessero