Balaam
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esso ricopre la faccia della terra, e si è stabilito dirimpetto a me;
or dunque vieni, te ne prego, e maledicimi questo popolo; poiché è
troppo potente per me; forse così riusciremo a sconfiggerlo, e potrò
cacciarlo dal paese; poiché so che chi tu benedici è benedetto, e chi
tu maledici è maledetto” (
Numeri 22:5, 6
).
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Un tempo Balaam era stato un uomo onesto e un profeta di Dio.
In un secondo tempo però aveva abbandonato la sua fede, travolto
dalla passione per il denaro. Ora, tuttavia, si dichiarava ancora fedele
al Signore. Sapeva che Dio era intervenuto in favore d’Israele. Quan-
do gli anziani di Moab e Madian gli presentarono le loro intenzioni,
egli era consapevole che sarebbe stato suo dovere rifiutare le ricom-
pense di Balak e congedare gli ambasciatori. Ma Balaam si espose al
pericolo di giocare con quella tentazione, e insistette perché quella
notte gli ambasciatori si fermassero da lui. Egli sosteneva infatti che
per dare loro una risposta precisa avrebbe dovuto chiedere consiglio
al Signore. Balaam sapeva che la sua maledizione non avrebbe avuto
alcun effetto su Israele finché gli israeliti fossero rimasti fedeli a Dio.
Il Signore li proteggeva: nessun potere terreno o satanico avrebbe
potuto sconfiggerli. Le parole degli ambasciatori: “Chi tu benedici è
benedetto, e chi tu maledici è maledetto” (
Numeri 22:6
), avevano
però risvegliato il suo orgoglio e la sua avidità con la prospettiva di
ricchi doni e grandi onori. Spinto da questi sentimenti, accettò la
ricompensa; quindi, professando un’ubbidienza rigorosa alla volontà
di Dio, tentò di soddisfare i desideri di Balak. Quella notte, l’Angelo
di Dio portò a Balaam questo messaggio: “Tu non andrai con loro,
non maledirai quel popolo, perché egli è benedetto” (
Numeri 22:12
).
La mattina seguente, Balaam congedò con riluttanza gli ambascia-
tori, e non riferì loro la risposta del Signore. Contrariato, perché
le prospettive di onori e ricchezze erano svanite così rapidamente,
disse con arroganza: “... Andatevene al vostro paese, perché l’Eterno
mi ha rifiutato il permesso di andare con voi” (
Numeri 22:13
).
Balaam “amò il salario d’iniquità” (
2Pietro 2:15
). Dio considera
l’avidità come una forma di idolatria. L’insaziabile desiderio di de-
naro lo rese opportunista, e Satana poté dominarlo completamente:
questa fu la sua rovina. Satana infatti cerca sempre di distogliere
gli uomini dall’impegnare le proprie forze per il Signore, con la
prospettiva di onori e vantaggi terreni. Egli insinua in loro l’idea
che troppi scrupoli morali siano un ostacolo al raggiungimento della