Pagina 430 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
che, essendo sottoposto al controllo del Signore, non avrebbe potuto
raggiungere il suo scopo.
Il re e i più alti dignitari scortarono Balaam con grande pompa
fino alle alture in cui si offriva il culto a Baal, da dove era possibile
osservare l’intero schieramento d’Israele. Su quell’alta montagna
il profeta poteva vedere l’accampamento del popolo scelto da Dio.
Gli israeliti non immaginavano neppure quello che stava accadendo
così vicino a loro e il modo in cui Dio li proteggeva, giorno e notte.
Come può essere offuscata, a volte, la nostra percezione di Dio!
Con quanta lentezza, in qualsiasi epoca, gli uomini hanno potuto
comprendere il grande amore e la misericordia di Dio! Se i credenti
avvertissero la costante protezione del loro Padre, proverebbero una
profonda gratitudine per il suo amore e sarebbero pieni di rispetto,
nel comprendere la sua grande autorità e il suo potere.
Balaam aveva qualche nozione del rituale ebraico dei sacrifici, e
sperava che superando le offerte degli israeliti con doni più preziosi,
avrebbe potuto assicurarsi la benedizione di Dio e la realizzazione
dei suoi progetti disonesti. La mentalità pagana dei moabiti domi-
nava i suoi pensieri. La sua saggezza si era trasformata in follia; la
sua sensibilità spirituale era ormai affievolita. Non beneficiava più
dell’influsso divino perché aveva ceduto al potere di Satana.
Balaam ordinò di erigere sette altari: su ognuno di essi sarebbe
stato offerto un sacrificio. Quindi si allontanò verso “una nuda altura”
per incontrarsi con Dio, promettendo di far conoscere a Balak tutto
ciò che il Signore gli avrebbe rivelato.
Il re rimase insieme ai nobili e ai prìncipi di Moab presso gli
altari destinati al sacrificio, circondato da una folla impaziente. Tutti
aspettavano il ritorno del profeta. Infine Balaam giunse: la folla
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pensava di udire le parole che avrebbero paralizzato per sempre
la strana potenza che proteggeva gli odiati israeliti. Ma egli disse:
“... Balak m’ha fatto venire da Aram, il re di Moab dalle montagne
d’Oriente. Vieni disse, maledicimi Giacobbe! Vieni esecra Israele!.
Come farò a maledire? Iddio non l’ha maledetto. Come farò ad
esecrare? L’Eterno non l’ha esecrato. Io lo guardo dal sommo delle
rupi e lo contemplo dall’alto de’ colli; ecco, è un popolo che dimora
solo, e non è contato nel novero delle nazioni. Chi può contar la
polvere di Giacobbe o calcolare il quarto d’Israele? Possa io morire
della morte dei giusti, e possa la mia fine essere simile alla loro!”