Pagina 431 - Patriarchi e profeti (1998)

Basic HTML Version

Balaam
427
(
Numeri 23:7-10
).
Balaam aveva detto di essere venuto per maledire Israele: in-
vece, pronunciò parole contrarie ai suoi sentimenti. Fu costretto a
comunicare una benedizione, nonostante il suo proposito contrario.
Alla vista dell’evidente prosperità dell’accampamento israelita,
Balaam si era stupito. Gli ebrei erano stati descritti come un’ac-
cozzaglia di gente incivile che aveva infestato il paese con bande
selvagge, flagello e terrore delle nazioni vicine. Ciò che aveva potuto
ammirare era tutt’altra cosa: un grande accampamento, perfettamen-
te ordinato e disciplinato. Comprese che Dio aveva circondato del
proprio amore Israele e intuì la singolarità del popolo che Egli aveva
scelto. “È un popolo che dimora solo, e non è contato nel novero
delle nazioni” (
Numeri 23:9
), aveva detto il profeta. Quando queste
parole furono pronunciate, gli israeliti non si erano ancora stabiliti in
un territorio: Balaam non ne conosceva le caratteristiche e i costumi.
Tuttavia, questa profezia trovò nella storia d’Israele un adempimen-
to letterale. Nonostante i lunghi anni di esilio o i periodi in cui gli
ebrei furono dispersi fra le nazioni, essi rimasero sempre un popolo
“a parte”. Allo stesso modo, oggi, ogni credente costituisce il vero
Israele, disperso fra tutte le nazioni: pur abitando sulla terra, questo
popolo appartiene al cielo.
A Balaam non fu rivelata soltanto la storia della nazione ebraica:
egli poté constatare anche lo sviluppo e la crescita della comunità dei
credenti, fino alla fine dei tempi. Vide come Dio avrebbe manifestato
la sua benevolenza a coloro che lo amano e lo temono. Vide i redenti
entrare nell’oscura valle dell’ombra della morte sorretti dal braccio
di Dio, risorgere dalle tombe coronati di gloria, onore e immortalità
e godere delle benedizioni eterne della nuova terra. Contemplando
quella scena esclamò: “Chi può contare la polvere di Giacobbe o
calcolare il quarto d’Israele?” (
Numeri 23:10
). E quando vide la
corona di gloria sulla fronte dei credenti e i loro visi illuminati dalla
gioia, Balaam, al pensiero di una felicità perfetta e senza limiti,
[379]
pronunciò la seguente preghiera: “Possa io morire della morte dei
giusti, e possa la mia fine essere simile alla loro!” (
Numeri 23:10
).
Se Balaam avesse voluto accettare la comprensione degli even-
ti che Dio gli aveva offerto, avrebbe potuto realizzare il desiderio
espresso nella sua preghiera. Sarebbe stato sufficiente che egli in-
terrompesse subito i rapporti con il re di Moab e si rivolgesse a Dio