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Patriarchi e profeti
con profondo pentimento. Ma Balaam amava “il salario d’iniquità”
ed era deciso ad assicurarselo.
Balak si aspettava che una maledizione colpisse in modo ful-
mineo gli israeliti. Ma dopo aver ascoltato le parole del profeta il
re di Moab esclamò infuriato: “... Che m’hai tu fatto? T’ho preso
per maledire i miei nemici, ed ecco, non hai fatto che benedirli”.
Facendo della necessità una virtù, Balaam affermò di aver ubbidito
consapevolmente alla volontà di Dio, nel pronunciare le parole che
in realtà aveva detto suo malgrado. Egli rispose: “... Non debbo io
stare attento a dire soltanto ciò che l’Eterno mi mette in bocca?”
(
Numeri 23:12
).
Balak non rinunciò a realizzare il suo obiettivo neppure di fronte
a questo rifiuto. Egli riteneva che il grandioso spettacolo del vasto
accampamento degli ebrei avesse impaurito Balaam a tal punto da
togliergli il coraggio di pronunciare la sua maledizione su Israele.
Allora il re di Moab decise di portare il profeta in un luogo in cui
avrebbe potuto vedere solo una parte dell’accampamento israelita:
era convinto che se Balaam avesse maledetto Israele a varie riprese,
tutti gli ebrei sarebbero stati distrutti. Balaam fece quindi un nuovo
tentativo, dalla cima del monte Pisga. Vi furono eretti sette altari, e
su di essi furono poste le offerte, come la prima volta. Mentre i re e i
prìncipi rimanevano vicino agli altari, Balaam si ritirò per incontrare
il suo Dio. Ancora una volta il profeta ricevette un messaggio divino,
e fu incapace di rifiutarlo o modificarlo. E quando Balaam apparve
alla folla, che lo aspettava con ansia, e gli fu chiesto: “Che ha detto
l’Eterno?” egli diede una risposta simile alla prima, che terrorizzò
il re e i prìncipi: “Iddio non è un uomo, perch’ei mentisca, né un
figliuol d’uomo perch’ei si penta. Quand’ha detto una cosa non
la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola? Ecco, ho
ricevuto l’ordine di benedire; Egli ha benedetto; io non revocherò
la benedizione. Egli non scorge l’iniquità in Giacobbe, non vede
perversità in Israele. L’Eterno, il suo Dio, è con lui, e Israele lo
acclama come re” (
Numeri 23:19-21
).
Intimorito da queste rivelazioni, Balaam esclamò: “Non c’è in-
cantesimo che abbia potere contro Giacobbe, né sortilegio che possa
qualcosa contro Israele” (
Numeri 23:23,
ed. Paoline). Per acconsen-
tire ai desideri dei moabiti, Balaam aveva messo alla prova la propria
capacità divinatoria. Ricordando questa scena si potrebbe dire del-
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