Pagina 474 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
Giosuè scongiurò solennemente Acan di ammettere la verità. Il
miserabile confessò il suo crimine, dicendo: “E vero; ho peccato
contro l’Eterno, l’Iddio d’Israele... Ho veduto tra le spoglie un bel
mantello di Scinear, duecento sicli d’argento e una verga d’oro
del peso di cinquanta sicli; ho bramato quelle cose, le ho prese;
ecco, son nascoste in terra in mezzo alla mia tenda...” (
Giosuè 7:20,
21
). Immediatamente furono mandati nella tenda dei messaggeri
che scavarono nel luogo indicato “... ed ecco che il mantello v’era
nascosto; e l’argento stava sotto. Essi presero quelle cose di mezzo
alla tenda, le portarono a Giosuè e a tutti i figliuoli d’Israele, e le
deposero davanti all’Eterno” (
Giosuè 7:22, 23
).
Giosuè disse: “Perché ci hai tu conturbati? l’Eterno conturberà
te in questo giorno” (
Giosuè 7:25
), e la sentenza fu immediatamente
eseguita. Il popolo, che era stato considerato responsabile del peccato
di Acan, dato che ne aveva subìto le conseguenze, eseguì la condanna
attraverso i suoi rappresentanti. “Tutto Israele lo lapidò” (
Giosuè
7:25
).
In quello stesso luogo, in testimonianza di quel peccato punito, fu
eretta una grande pila di pietre. “Perciò quel luogo è stato chiamato
fino al dì d’oggi, valle di Acor” (
Giosuè 7:26
), che significa con-
turbamento. Anche nel libro delle Cronache viene citato l’episodio:
“Acan, che conturbò Israele...” (
1Cronache 2:7
).
Il peccato di Acan fu commesso in un momento in cui la potenza
di Dio si era manifestata con forza, e rappresentava una sfida a un
preciso e solenne avvertimento divino. “Guardatevi bene da ciò che
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è votato all’interdetto... e non rendiate maledetto il campo d’Israele”
(
Giosuè 6:18
), era stato intimato a tutto il popolo. Quest’ordine
fu dato subito dopo il miracoloso passaggio del Giordano, dopo la
circoncisione del popolo in riconoscimento del patto di Dio, dopo
l’osservanza della Pasqua e l’apparizione dell’Angelo del patto,
capo dell’esercito del Signore. Poi era seguito il crollo di Gerico,
una prova evidente della sorte dei trasgressori della legge di Dio.
Inoltre la manifestazione della potenza divina, che aveva dato la
vittoria a Israele, permettendo al popolo di conquistare la città di
Gerico, rendeva ancora più solenne il divieto di appropriarsi del
bottino. La roccaforte era crollata davanti alla potenza della Parola
di Dio, era lui che l’aveva conquistata e solo a lui doveva essere
consacrato tutto ciò che essa conteneva.