Pagina 476 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
sono! Molti di coloro che vengono sempre in chiesa e partecipano
alla mensa del Signore, posseggono beni ottenuti illegittimamente
che Dio ha maledetto. Per un “bel mantello di Scinear”, molti sacri-
ficano la propria coscienza e la speranza del cielo. Molti barattano la
loro integrità e la possibilità di rendersi utili per una manciata di sicli
d’argento. Non ci si cura delle grida del povero e del sofferente e la
proclamazione del messaggio del Vangelo è ritardata. Lo scherno dei
non credenti è accentuato da quei comportamenti che discreditano
il cristianesimo riducendolo a una menzogna; e l’avaro continua ad
accumulare tesori. “L’uomo dev’egli derubare Iddio? E pure voi mi
derubate” (
Malachia 3:8
), dice l’Eterno.
Il peccato di Acan portò alla rovina tutto il popolo. A causa
del peccato di un uomo, Dio disapprova tutta la chiesa, finché la
trasgressione è individuata ed eliminata. Ciò che si deve temere nella
chiesa non è l’influsso che possono esercitare gli aperti oppositori,
gli infedeli, i bestemmiatori, ma coloro che pur essendo cristiani
sono incoerenti. Essi allontanano le benedizioni del Dio d’Israele e
rendono il suo popolo debole.
Quando la chiesa è in difficoltà, quando c’è freddezza e crisi
spirituale, invece di dare al nemico di Dio occasioni per trionfare,
invece di incrociare le braccia e lamentarsi per il proprio stato, i
membri si chiedano se tra loro non ci sia un Acan. Ciascuno cerchi
con umiliazione e pentimento di scoprire i peccati nascosti che
precludono la presenza di Dio.
Acan riconobbe la propria colpa quando era troppo tardi per
beneficiare della confessione. Pur avendo visto l’esercito d’Israele
tornare da Ai sconfitto e scoraggiato, Acan non si presentò per
confessare il suo peccato. Aveva visto Giosuè e gli anziani d’Israele
prostrati a terra, per un dolore troppo grande da esprimere a parole.
Invece di manifestare un vero pentimento, confessando il proprio
peccato, rimase in silenzio. Aveva sentito che era stato commesso
un grave crimine, di cui conosceva anche la natura, ma le sue labbra
rimasero chiuse.
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Quando giunse il solenne momento dell’indagine, ed egli vide
che era stata indicata la sua tribù, poi la sua famiglia e il suo casato,
tremò terrorizzato. Finché il dito di Dio non indicò lui, non pro-
nunciò nessuna confessione e ammise il suo errore solo quando il
suo peccato non poteva più essere nascosto. Confessioni simili sono