Pagina 489 - Patriarchi e profeti (1998)

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La spartizione del territorio di Canaan
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quella parola a Mosè... ed ecco, ora che ho ottantacinque anni, sono
oggi ancora robusto com’ero il giorno che Mosè mi mandò; le mie
forze son le stesse d’allora, tanto per combattere quanto per andar
e venire. Or dunque dammi questo monte del quale l’Eterno parlò
quel giorno; poiché tu udisti allora che vi stanno degli Anakim e che
vi sono delle città grandi e fortificate. Forse l’Eterno sarà meco, e
io li caccerò come disse l’Eterno” (
Giosuè 14:10-12
). Caleb rappre-
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sentava la tribù di Giuda per la divisione del paese e, per non dare
l’impressione di essersi servito della sua posizione autorevole per
trarne vantaggi personali, aveva deciso di presentare la sua richiesta
accompagnato dagli anziani.
La richiesta fu immediatamente accolta; la conquista di quella
roccaforte di giganti non si poteva affidare a mani più sicure. Gio-
suè la benedisse e dette Hebron come eredità a Caleb, figliuolo di
Gefunne... perché aveva pienamente seguito l’Eterno l’Iddio d’Israe-
le!” (
Giosuè 14:13, 14
). La fede di Caleb era ancora quella che gli
aveva permesso di contraddire con la sua testimonianza gli ingiusti
rapporti delle spie. Egli credeva che Dio, come aveva promesso,
avrebbe guidato il suo popolo a entrare in possesso di Canaan, e con
il suo comportamento dimostrò di seguire il Signore completamente.
Aveva inoltre sopportato insieme al popolo il lungo pellegrinaggio
nel deserto, condividendo le delusioni e le difficoltà provocate dai
colpevoli senza lamentarsi, e ricordando come Dio con misericordia
lo aveva risparmiato a differenza dei suoi fratelli. Il Signore lo aveva
protetto dai pericoli, dagli stenti del duro pellegrinaggio nel deserto
e della guerra sino all’ingresso nella terra di Canaan; e ora, che a
oltre ottant’anni aveva ancora una forza incontrastata, Caleb non
chiedeva per sé un territorio già conquistato, ma il luogo che le spie
avevano considerato inespugnabile. Con l’aiuto di Dio egli avreb-
be conquistata la roccaforte dei giganti che aveva fatto vacillare la
fede d’Israele. Alla base della richiesta di Caleb non c’era nessun
desiderio di onori o grandezza. Questo vecchio guerriero coraggioso
desiderava solo dimostrare al popolo cosa significasse onorare Dio,
per incoraggiare le tribù a sottomettere quel paese che i loro padri
avevano considerato inespugnabile.
Caleb ottenne l’eredità che aveva desiderato per quarant’anni, e
avendo fiducia che Dio sarebbe rimasto al suo fianco “... ne cacciò
i tre figliuoli di Anak” (
Giosuè 15:14
). Dopo essersi assicurato un