La spartizione del territorio di Canaan
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cananei: “Quella contrada montuosa non ci basta... tutti i Cananei
che l’abitano hanno dei carri di ferro” (
Giosuè 17:16
).
Il Dio d’Israele aveva assicurato la sua potenza agli ebrei, e se
gli efraimiti avessero avuto il coraggio e la fede di Caleb, nessun
nemico li avrebbe fermati. Giosuè aveva capito che essi volevano
evitare gli stenti e i pericoli e disse: “Voi siete un popolo numeroso
e avete una gran forza... voi caccerete i Cananei, benché abbiano
dei carri di ferro e benché siano potenti” (
Giosuè 17:17
). In questo
modo le loro argomentazioni si ritorsero contro di loro. Essendo,
come sostenevano, un popolo molto numeroso, avrebbero potuto
aprirsi un varco; e con l’aiuto di Dio non avrebbero avuto motivo di
temere i carri nemici.
Fino ad allora il quartier generale della nazione e la sede del
tabernacolo erano a Ghilgal. Ma ora per il santuario occorreva tro-
vare una sistemazione definitiva. Così fu scelta Sciloh, una piccola
città nel territorio di Efraim, quasi al centro del paese e facilmente
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raggiungibile da tutte le tribù, in una terra definitivamente sottomes-
sa in modo che il culto non potesse essere disturbato. “Poi tutta la
raunanza dei figliuoli d’Israele s’adunò a Sciloh, e quivi rizzarono la
tenda di convegno” (
Giosuè 18:1
). Le tribù, che erano ancora sotto
le tende quando il tabernacolo fu spostato da Ghilgal, lo seguirono e
lo eressero presso Sciloh, dove rimasero finché si divisero nei loro
possedimenti.
L’arca rimase a Sciloh per trecento anni, fino a quando, a causa
del peccato della casa di Eli, cadde nelle mani dei filistei, e Sciloh
venne distrutta. L’arca non fu più portata nel tabernacolo di Sciloh
quando, trasferito il rituale sacro nel tempio di Gerusalemme, perse
significato. Dio tramite il profeta Geremia, per ammonire gli abitanti
di Gerusalemme ricordò con queste parole il destino di quella città:
“Andate dunque al mio luogo ch’era a Silo, dove avevo da prima
stanziato il mio nome, e guardate come l’ho trattato, a motivo della
malvagità del mio popo lo d’Israele... Io tratterò questa casa, sulla
quale è invocato il mio nome e nella quale riponete la vostra fiducia,
e il luogo che ho dato a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo”
(
Geremia 7:12-14
).
“Or quando i figliuoli d’Israele ebbero finito di distribuire l’ere-
dità d’Israele” (
Giosuè 19:49
), e tutte le tribù ricevettero il proprio
territorio Giosuè, al quale era stato promesso, come a Caleb, un