Pagina 495 - Patriarchi e profeti (1998)

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La spartizione del territorio di Canaan
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pronti di tutto punto per la guerra, passarono davanti all’Eterno nelle
pianure di Gerico, per andare a combattere” (
Giosuè 4:12, 13
). Que-
sti soldati non tornarono nelle loro terre prima di aver combattuto
con coraggio per anni accanto ai loro fratelli. Avevano lottato uniti
agli altri israeliti e ora, dopo avere spartito il bottino, ritornavano “...
con grandi ricchezze, moltissimo bestiame, con argento, oro rame,
ferro e una grandissima quantità di vestimenti...” (
Giosuè 22:8
),
tutte cose che dovevano spartire con coloro che erano rimasti con le
famiglie e i greggi! Giosuè, sapendo quanto sarebbe stata forte, per
queste tribù che abitavano lontano dal santuario e dedite a una vita
nomade, la tentazione di adeguarsi ai costumi dei popoli pagani che
vivevano ai loro confini, li salutò con preoccupazione.
Erano ancora angustiati da tristi presentimenti, quando Giosuè e
gli altri capi vennero a conoscenza di strane notizie. Presso il Gior-
dano, non lontano dal luogo in cui Israele aveva miracolosamente
attraversato il fiume, le due tribù insieme a metà di quella di Manas-
se, avevano eretto un grande altare, simile a quello degli olocausti
consacrato a Sciloh. Una legge divina proibiva severamente, pena
la morte, di creare un culto oltre a quello del santuario, e se questo
era lo scopo di quell’altare, per evitare che il popolo si allontanasse
dalla vera fede, doveva essere eliminato.
I rappresentanti del popolo si riunirono a Sciloh, dove mani-
festarono tutta la loro indignazione, e il fermento che li animava,
proponendo di schierarsi contro i colpevoli, e per l’intervento dei più
cauti fu deciso di inviare prima una delegazione, per ottenere dalle
tribù stanziate oltre il Giordano una spiegazione della loro condotta.
A capo di dieci prìncipi, scelti uno per tribù, venne inviato Fineas,
che si era distinto per lo zelo mostrato a Peor.
Le due tribù e mezzo avevano commesso l’errore di compiere un
atto che destava preoccupazioni veramente gravi senza dare nessuna
spiegazione e gli ambasciatori, convinti che i loro fratelli fossero
colpevoli, li rimproverarono duramente, accusandoli di ribellione
contro il Signore e invitandoli a ricordare come Israele era stato
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castigato per essersi unito a Baal-Peor. Facendosi portavoce di tutto
Israele, Fineas dichiarò che se i figli di Gad e Ruben non avessero
voluto vivere nel loro paese senza un altare dei sacrifici, sarebbero
stati ben accetti dai loro fratelli dall’altra parte del fiume, con i quali
avrebbero condiviso beni e privilegi.