Pagina 506 - Patriarchi e profeti (1998)

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Patriarchi e profeti
nell’economia ebraica. Se il popolo di Dio, invece di ricorrere a
metodi discutibili e non cristiani, sostenesse generosamente la sua
opera con offerte volontarie, Egli ne sarebbe onorato e un numero
maggiore di persone accetterebbe il messaggio del Cristo.
Il piano di Mosè, che consisteva nel raccogliere tutto il necessario
per costruire il tabernacolo, costituì un grosso successo. Egli non
si servì di nessuno degli inganni a cui la chiesa troppo spesso oggi
ricorre, non fece fretta a nessuno, non organizzò nessuna festa non
invitò il popolo ad abbandonarsi a scene di gioia, a danzare e a
divertirsi, non istituì lotterie o cose simili. Per ottenere i mezzi
necessari per erigere il tabernacolo, il Signore ordinò a Mosè di
invitare gli israeliti a portare le loro offerte; egli doveva accettare
i doni che ognuno offriva spontaneamente. Le offerte furono così
numerose che Mosè ordinò al popolo di non portarne altre.
Dio ha scelto gli uomini come suoi amministratori. I beni che
Egli ha affidato loro, sono mezzi che ha provveduto per la diffusione
del messaggio del Vangelo, e agli amministratori fedeli, Egli affiderà
ricchezze maggiori. L’Eterno dice: “Io onoro quelli che m’onorano”
(
1Samuele 2:30
). “Iddio ama un donatore allegro” (
2Corinzi 9:7
); e
quando il suo popolo con gratitudine gli porterà i doni e le offerte
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“non di mala voglia né per forza” riceverà le benedizioni che ha
promesso tramite il profeta Malachia: “Portate tutte le decime alla
casa del tesoro, perché vi sia del cibo nella mia casa, e mettetemi
alla prova in questo dice l’Eterno degli Eserciti, e vedrete s’io non
v’apro le cataratte del cielo e non riverso su voi tanta benedizione,
che non vi sia più dove riporla” (
Malachia 3:10
).
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