Pagina 53 - Patriarchi e profeti (1998)

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La tentazione e la caduta
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sono nascosto. E Dio disse: Chi t’ha mostrato ch’eri ignudo? Hai tu
mangiato del frutto dell’albero del quale io t’avevo comandato di
non mangiare?” (
Genesi 3:9-11
).
Adamo non poteva negare né giustificare il suo errore. Invece di
mostrarsi pentito, accusò sua moglie e Dio stesso: “... La donna che
tu m’hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell’albero,
e io n’ho mangiato” (
Genesi 3:12
). L’uomo che per amore di Eva
aveva deciso di rinunciare all’approvazione divina, all’Eden e a una
vita di gioia eterna ora - dopo il peccato - tentava di attribuire la
responsabilità della trasgressione alla sua compagna e perfino al
Creatore stesso. La potenza del peccato è davvero terribile.
Quando la donna si sentì dire: “Perché hai fatto questo?”. Rispo-
se: “Il serpente mi ha sedotta, ed io ne ho mangiato” (cfr.
Genesi
3:13
). In realtà con queste parole Eva intendeva dire: “Perché hai
creato il serpente? Perché hai tollerato la sua presenza in Eden?”.
Così come aveva fatto Adamo, anch’ella cercava di imputare a Dio
la responsabilità del proprio errore. La pretesa di giustificare le sue
azioni illecite era nata nel padre della menzogna, Satana. I nostri
progenitori, subendo il suo influsso, manifestarono lo stesso atteg-
giamento e lo trasmisero a tutti gli uomini. Invece di confessare i
loro errori con umiltà, gli uomini tentano di giustificarsi attribuendo
la colpa agli altri, alle circostanze e a Dio: perfino le benedizioni
divine si trasformano in occasioni per protestare contro di lui.
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Allora il Signore pronunciò la condanna contro il serpente: “...
Perché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutti
gli animali dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre, e mangerai
polvere tutti i giorni della tua vita” (
Genesi 3:14
). Come strumento
dell’azione di Satana, anche il serpente doveva subire la punizione
divina. L’animale più bello e ammirato della terra sarebbe diven-
tato il più ignobile e detestato; tutti, uomini e animali, l’avrebbero
temuto e odiato. Le seguenti parole rivolte al serpente, si applicava-
no direttamente a Satana, annunciandone la sconfitta e la definitiva
distruzione: “E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua
progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e
tu le ferirai il calcagno” (
Genesi 3:15
).
Eva fu informata dei dolori e delle sofferenze che avrebbero
caratterizzato la sua esistenza: “... I tuoi desideri si volgeranno verso
il tuo marito, ed egli dominerà su te” (
Genesi 3:16
). Alla creazione,