Sansone
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di piglio ai battenti della porta della città e ai due stipiti, li divelse
insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al
monte ch’è dirimpetto ad Hebron” (
Giudici 16:3
).
Nonostante lo scampato pericolo, Sansone non cessò di com-
portarsi male. Pur non avventurandosi più tra i filistei, continuò a
ricercare quei piaceri sensuali che lo stavano portando alla rovina.
“S’innamorò di una donna della valle di Sorek” (
Giudici 16:4
), il
cui nome era Delila “la consumatrice”. La valle di Sorek, non lon-
tana dal paese natale di Sansone, era famosa per le sue vigne; ciò
costituiva una tentazione per il debole nazireo, che aveva già ceduto
al vino, allontandosi ulteriormente dalla purezza e da Dio. I filistei
sorvegliarono attentamente i movimenti del nemico e quando egli
cedette a questo nuovo sentimento, decisero di votarlo alla rovina
servendosi di Delila.
Una delegazione formata da un capo di ciascuna provincia della
Filistia fu mandata nella valle di Sorek. Ma non avendo il coraggio
di prendere Sansone nel pieno della sua forza, corruppero Delila
affinché scoprisse e rivelasse loro il segreto di quel campione.
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Importunato dalle domande della delatrice, Sansone la ingannò
dichiarando che certe pratiche lo avrebbero reso fiacco, ma i fatti
svelarono l’inganno, e la donna lo accusò di falsità, dicendogli:
“Come fai a dirmi: T’amo! mentre il tuo cuore non è con me?
Già tre volte m’hai beffata e non m’hai detto dove risiede la tua
gran forza” (
Giudici 16:15
). Per tre volte Sansone ebbe la prova
dell’accordo dei filistei con questa incantatrice per distruggerlo, ma
dopo il fallimento dei suoi tentativi, la donna ricorse all’arguzia,
fugando i timori dell’ignaro Sansone.
Delila, la quale esercitava su di lui un fascino particolare, insi-
steva giorno dopo giorno finché egli se ne innamorò perdutamente.
Alla fine Sansone sopraffatto rivelò il segreto dicendo: “Non è mai
passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato
a Dio, dal seno di mia madre. Se fossi tosato la mia forza se ne an-
drebbe diventerei debole e farei come un uomo qualunque” (
Giudici
16:17
). Allora Delila mandò immediatamente ai capi filistei un mes-
saggero, invitandoli a recarsi da lei rapidamente. Mentre il guerriero
dormiva, gli vennero tagliati i folti capelli e la donna, come aveva
fatto precedentemente, chiamò: “Sansone, i filistei ti sono addosso”.
Svegliatosi all’improvviso, egli pensava di avere ancora la forza per