Pagina 544 - Patriarchi e profeti (1998)

Basic HTML Version

540
Patriarchi e profeti
cercò invano di consolarla. “Perché piangi? Perché non mangi?
Perché è triste il cuor tuo?” le diceva “Non ti valgo io più di dieci
figliuoli?” (
1Samuele 1:8
).
[480]
Anna non rispose, ma presentò a Dio quel problema che non po-
teva condividere con nessun essere umano. Lo implorò con fervore
affinché la liberasse dai rimproveri e le concedesse il prezioso dono
di un figlio da nutrire ed educare per lui; e si impegnò con un voto
solenne: se la sua richiesta fosse stata esaudita, avrebbe consacrato
il proprio figlio a Dio sin dalla nascita. Anna si avvicinò all’ingresso
del tabernacolo e angosciata “pregò l’Eterno piangendo dirottamen-
te” (
1Samuele 1:10
) e rivolgendo il suo pensiero a Dio mentalmente,
non a voce alta. A quei tempi erano piuttosto rari questi atti di ado-
razione; erano frequenti i banchetti in cui addirittura ci si ubriacava,
anche in occasione delle solennità religiose. Eli, il sommo sacerdote,
osservò Anna e ritenne che fosse ubriaca. Pensando che dovesse
essere rimproverata, le disse severamente: “Quanto durerà cotesta
tua ebbrezza? Va’ a smaltire il tuo vino” (
1Samuele 1:14
).
Addolorata da queste parole, Anna rispose gentilmente: “No,
signor mio, io sono una donna tribolata nello spirito, e non ho bevuto
né vino né bevanda alcolica ma stavo spandendo l’anima mia dinanzi
all’Eterno. Non prendere la tua serva per una donna da nulla; perché
l’eccesso del mio dolore e della tristezza mia mi ha fatto parlare fino
adesso” (
1Samuele 1:16
).
Il sommo sacerdote, che era un uomo di Dio, si commosse pro-
fondamente e invece di rimproverarla la benedisse: “Va, in pace, e
l’Iddio d’Israele esaudisca la preghiera che gli hai rivolta” (
1Samuele
1:17
).
Così avvenne e Anna fu esaudita. Appena vide il figlio lo chiamò
Samuele, “esaudito da Dio”. Quando il piccolo fu abbastanza grande
da separarsi dalla mamma, la donna sciolse il voto. Anna amava il
bambino con tutta l’intensità che può provare una mamma, e giorno
dopo giorno, vedendolo crescere e ascoltando i suoi balbettii, sentiva
di amarlo sempre più. Era il suo unico figlio, un dono particolare
che il Signore le aveva fatto, ma lo aveva ricevuto come un tesoro da
consacrare a Dio, e non lo avrebbe negato a colui che glielo aveva
dato.
Anna si recò insieme al marito a Sciloh e presentò al sacerdote,
nel nome di Dio, il suo prezioso dono, dicendo: “Pregai per aver